Denzel, il segreto del fish and chips

2 Marzo 2019 di Stefano Olivari

Nella cucina kosher e quindi nei locali kosher troviamo sempre qualcosa di indefinibile, che non essendo religiosi potremmo definire ‘calore’. Posti come Denzel spiegano meglio di mille recensioni ciò che vogliamo dire, visto che hanno il potere di farci stare bene senza proporre niente di diverso da una intelligente versione della cucina mediorientale, quindi non solo quella ebraica, e una gentilezza di fondo che in una città piena di addetti alle pubbliche relazioni cogliamo sempre, quando questa gentilezza c’è. L’impostazione di questo locale di via Washington è di ispirazione newyorkese, senza effetti speciali ma da locale della porta accanto, al piano di sopra, e familiare-italiana a quello di sotto. Con la costante di essere un posto in cui si può parlare tranquillamente, addirittura ascoltando le parole delle altre persone al tavolo.

Felafel

Molti vengono da relativamente lontano attirati dalla fama, meritatissima, degli hamburger di Denzel, ma noi consigliamo di andare anche oltre e di provare gli antipasti, oltre alle salse che vengono portate di default appena ci si siede: l’Oriental Denzel (felafel, salsa di sesamo, humus e insalata israeliana) va per noi clienti abituali alternato al Messi Vegetarian (involtini di melanzane, in sostanza), ma sono memorabili anche le Denzel Wings (ali di pollo al forno e poi passate in padella). Sono in teoria antipasti, ma quasi sempre nei pasti completi della nostra vita normale mangiamo di meno. Inevitabilmente però andiamo avanti, con sensi di colpa.

Pimento burger

Al di là degli hamburger e degli altri panini, fra cui è di culto il Pastrami (servito nella classica ciabatta), bisogna spendere le migliori parole per il fish and chips. Non sappiamo come si dica ‘Segreto di Pulcinella’ in lingua yiddish, ma il segreto di Pulcinella del fish and chips di Denzel è uno ed uno solo: il pesce. Non gli avanzi o la produzione para-industriale servita altrove e fritta nell’olio Fiat, ma branzino oppure orata fritti senza esagerare. A completare il tutto patate fritte tagliate a mezzaluna, anche loro con un perché. I main course di Denzel sono comunque tutti da provare, fra il gustoso Asian Denzel (cubetti di pollo saltati in padella, con verdure miste), l’emozionante pollo Kentucky (pollo impanato e fritto, con patatine), l’Art Kebab e soprattutto la Snitzel, la cotoletta bassa alla austriaca (un vero giornalista scriverebbe mitteleuropea) che nei posti da cotoletta quasi ci si vergogna ad ordinare perché, ammoniscono le persone moleste, “La vera cotoletta è alta”. Il tutto da gustare con birre israeliane, la Maccabee chiara o la Goldstar Rossa. Impersonali solo i dolci, ma prendendo antipasto e un altro piatto è letteralmente impossibile mettere in bocca altro.

Clientela tranquilla ed eterogenea, molti ebrei di zona e molti non ebrei non di zona alla ricerca del loro posto. Ambiente e menu particolarmente adatti ai bambini e ai giovani, anche se per motivi incomprensibili i bambini di Denzel non sono per fortuna del genere urlante-lamentoso. Con antipasto, piatto principale e birra mai abbiamo speso più di 30 euro: da anni lo promuoviamo ogni volta che ci mettiamo piede, unica nota negativa ai nostri occhi l’essere affiliato ai vari network di pranzi a domicilio. Troppa pressione sulla cucina, anche se mai è stato sbagliato un colpo. Ma per Denzel bisogna andare da Denzel, perché gli hamburger si possono consegnare a domicilio (e non è nemmeno sempre vero) mentre l’atmosfera no.

Denzel – via Washington 9 (Metropolitana: MM1 fermata Wagner) – 20146 Milano – Genere: ebraico-mediorientale – Telefono 02 485 19326  – Orari: 12.00-14.30 e 19.00-23.00 da domenica a giovedì, il venerdì aperto solo a pranzo e il sabato solo di sera e nella stagione invernale – Pagina Facebook: @DENZELburger – Twitter: @DENZELburger – Instagram: denzelburger – Sito web: denzel.itPresenza più recente di Indiscreto: marzo 2019. 

LA CLASSIFICA DI ‘PAGANDO IL CONTO’ aggiornata al 23 marzo 2019

    1. Oasi Giapponese (Giapponese): 9,5
    2. Joia (Vegetariano): 9
    3. Assaje (Pizzeria): 9
    4. Trapizzino (Romano): 9
    5. Cracco (Bistrot): 9
    6. Kota Radja (Cinese): 8
    7. Osteria dei Mosaici (Pugliese):8
    8. Dawat (Indiano): 8
    9. Ta Hua (Cinese – Hong Kong): 8
    10. Denzel (Ebraico-Mediorientale): 7,5
    11. La Tirlindana (Lago – Sala Comacina): 7,5
    12. Cacio e pepe (Romano) : 7,5
    13. Le Vent du Nord (Belga): 7,5
    14. America Graffiti (Americano): 7,5
    15. Al Matarel (Milanese): 7,5
    16. Antica Trattoria del Gallo (Lombardo – Gaggiano): 7
    17. A’ Riccione (Pesce): 7
    18. Al Sale Grosso (Pesce): 6,5
    19. Lievito Madre al Duomo (Pizza): 6,5
    20. Ba’Ghetto (Romano-Ebraico): 6,5
ALTRI POSTI RECENSITI: Temakinho (Brasiliano-giapponese), Pokeia (hawaiano), Da Salvatore (Siciliano-Pesce),Lievità (Pizzeria), Rigolo (Toscano), Bottega sicula (Siciliano)Ten Grams (Tartufi), Mare Culturale Urbano(Pizzeria), Vanilla Bakery (Brunch),  L’Altro Eden (Ligure).

Le regole di ‘Pagando il conto’

1) Locali di Milano o al massimo a un’ora d’auto da Milano.
2) Non presentarsi mai come giornalisti.
3) Pagare sempre il conto, con i propri soldi, senza scaricare le spese su un’azienda o su altri.
4) Essere stati nei posti più di una volta, possibilmente in epoche diverse.
5) Confrontare posti di livello, ambizioni, prezzi e clientela anche molto diversi, dando un giudizio unico che tenga conto di tutto.
6) Non leggere le recensioni di TripAdvisor o di altri, per non essere condizionati e per scrivere solo in base all’esperienza personale.
7) Soltanto locali dove torneremo o torneremmo, quindi dalla classifica rimangono inevitabilmente fuori tre quarti dei posti testati: non tutti orribili, ma la maggior parte senza senso.
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