Al Sale Grosso, centralità del pesce

25 Giugno 2018 di Indiscreto

Nel delirio di nuove aperture e di suggerimenti-marchetta, spesso riguardanti ristoranti di pesce (forse perché fra materia prima e vino si hanno i ricarichi maggiori?), ci dimentichiamo colpevolmente di citare posti solidi ma al tempo stesso moderni, che non fanno notizia, o non pagano il vip per essere presente e fare notizia, e quindi sono sottovalutati anche da noi che li frequentiamo. Uno di questi è Al Sale Grosso, che per sua fortuna è sempre discretamente pieno anche nei giorni morti e che sulla carta avrebbe buone carte modaiole da giocarsi, essendo vicino a Corso Sempione e City Life.

Aperto da quasi dieci anni (sulle ceneri di un ristorante thailandese) e molto amato da chi ama il pesce in un contesto elegante ma senza effetti speciali, Al Sale Grosso ha nella materia prima e nella cucina i suoi punti di forza, perché non si può capitare lì per caso. È in una via abbastanza buia e fuori dai giri, vicino al Leone XIII (per i non milanesi: scuola privata fra le più serie, gestita dai Gesuiti, un posto da dove i fancazzisti vengono allontanati pur se paganti: insomma, ai nostri tempi non avremmo finito il primo quadrimestre), con parcheggio ostico a meno di non occupare a proprio rischio le strisce gialle dei residenti, non ha altre attrazioni a tiro e insomma ci si deve andare apposta. A noi capita abbastanza spesso e non ce ne siamo mai pentiti.

In ordine sparso, fra le cose realmente provate e non viste sui tavoli degli altri, citiamo, fra la quindina di antipasti nel menu, il misto di conchiglie gratinato in panura aromatica, l’insalata di baccalà, cetriolo, lime, pepe verde e cipolla rossa di Tropea, e la millefoglie di spada affumicato, melanzane asciutte, pomodoro e basilico. Belle presentazioni, siamo sui 14-15 euro. Mentre beviamo un bicchiere di vino (buona la scelta al calice, senza finire nel tunnel della bottiglia) ecco i primi, con medaglia d’oro agli spaghetti riccio e calamaretti, con pomodoro fresco (16 euro). Fra i secondi (la maggior parte dai 16 ai 20 euro) il nostro preferito è il fritto di calamaretti spillo con zucchine, ma non c’è un solo pesce con cui si sbagli ed è bello anche farsi ispirare dal pescato del giorno (che si paga all’etto, dai 4,5 ai 5 euro), da far preparare in maniera classica o creativa: fra le cotture al forno consigliamo proprio quella definita ‘Al sale grosso’, perché il pesce non va oltraggiato con sughi o pasticci.

Questa è proprio la filosofia del locale: centralità del pesce e non dell’ego dello chef. Che lavora in una bella cucina a vista, tenuta in ordine. Con antipasto e primo (o secondo), vino e sorbetto si esce in zona 45-50 euro. In definitiva un posto che per noi è una certezza, il classico ristorante ‘buono’ per ciò che fa, non per come si vende.

Al Sale Grosso – via Ippolito Nievo 33 – 20145 Milano – Genere: pesce – MM5 Domodossola – Telefono: 02.341290 – Orari: dalle 12.00-14.30, 19.30-1.00, chiuso il sabato a pranzo e tutta la domenica – Sito web: alsalegrosso.it – Presenza più recente di Indiscreto: giugno 2018.

LE RECENSIONI DELLA NUOVA EDIZIONE DI ‘PAGANDO IL CONTO’

  1. Al Sale Grosso (Pesce)
  2. A’ Riccione (Pesce)
  3. Ta Hua (Cinese – Hong Kong)
  4. Osteria dei mosaici (Pugliese)
  5. Cacio e pepe (Romano) 
  6. Dawat (Indiano)
  7. Bottega sicula (Siciliano)
  8. Lievito Madre al Duomo (Pizza)
  9. Vanilla Bakery (Brunch)
  10. L’Altro Eden (Ligure)
  11. Rigolo (Toscano)
  12. Ba’Ghetto (Romano-Ebraico)
  13. Temakinho (Brasiliano-Giapponese)
  14. Ten Grams (Tartufi)
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