Tecnologia

Disegnare con ChatGPT

Indiscreto 16/04/2025

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ChatGPT ci serve? Più nello specifico: ChatGPT serve per disegnare a noi che di disegnare non non siamo mai stati capaci? Volevamo scrivere un post di attualità su Meta AI e sulle sue modalità di addestramento, ma siamo immuni dal virus (‘immuni a’ o ‘immuni da?’: pane per i denti di ChatGPT) dell’indignazione: se mettiamo online i cazzi nostri, dal coniglio alla cacciatora al primo dentino della bambina, è ovvio che qualcuno potenzialmente li possa utilizzare: leggiamo un libro cartaceo, giochiamo a calcio, andiamo al cinema pagando in contanti e vedremo che nessuno ci profilerà.

Doverosa premessa per parlare dei cazzi nostri, cioè le nostre varie prove per disegnare fumetti con l’ausilio dell’intelligenza artificiale: ChatGPT non ci serve per una normale ricerca di informazioni (tipo ieri sera, quando per le date di nascita di Vitinha e Lucic abbiamo usato Grok, visto che abbiamo sempre Twitter/X aperto) ma per fare cose specifiche, in un certo senso creative. Chi lo usa abitualmente sostiene che sappia contestualizzare le domande meglio di Google, come è logico visto che Google è un motore di ricerca, ma anche di altri chatbot AI come ad esempio Copilot di Microsoft, Gemini della stessa Google e Grok. Poi è chiaro che c’è chi usa ChatGPT anche per scrivere, come alcuni giornali e la quasi totalità dei siti web, per non dire delle marchette pubblcitarie che anche noi pubblichiamo: lì siamo in zona 100%.

Veniamo al punto: ChatGPT ci serve per disegnare?  Perché di disegnare, anche a basso livello, non siamo mai stati capaci, nonostante innumerevoli tentativi e corsi, e da appassionati di fumetti la cosa ci ha sempre fatto male. Le prove che abbiamo fatto con la versione gratuita di ChatGPT sono state più che soddisfacenti, anche perché partendo da indicazioni grezze (“Disegna un bar/tavola fredda della periferia ovest di Milano, con il videopoker e la presenza soltanto di pensionati italiani e ventenni maghrebini”) si può raffinare il disegno modificando particolari su particolari (“Uno dei pensionati, con un maglione bordeaux infeltrito, legge sul frigo brandizzato Sammontana la Gazzetta con il titolo Lautarissimo”).

Facendo un confronto con piattaforme AI per disegnare, da mesi ad esempio stiamo studiando Comic Factory, la prima cosa che ci viene da dire è che su ChatGPT i prompt possono anche essere imprecisi o vaghi e a un qualche risultato si arriva lo stesso, cosa che non avviene altrove, dove la descrizione e la sequenza delle scene devono già avere un senso, se non una microsceneggiatura. Fra l’altro di recente la generazione di immagini di ChatGPT è cambiata in meglio con la possibilità di indicare stili, come ad esempio il Ghibli che ha imperversato per un po’ nei messaggi degli sfaccendati. La sensazione è che ChatGPT sia tuttora un passo avanti agli altri, a prescindere dall’utilizzo, riuscendo a inglobare i passi avanti della concorrenza. Ma in concreto, lo chiediamo ai competenti, quale è il miglior modo per disegnare con l’AI non sapendolo fare? Versioni a pagamento contro versioni a pagamento. La saga di Budrieri, che la Gruber ha indicato come vero ideologo dei dazi, ripartirà in questa nuova forma. Ma dobbiamo sbrigarci, perché rischiamo di morire prima del nostro protagonista.

stefano@indiscreto.net

 

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