Musica
Espresso macchiato
Indiscreto 14/05/2025

Il nostro vincitore morale dell’Eurovision Song Contest 2025 è Yuval Raphael, la cantante israeliana colpevole, secondo molti occidentali che sognano di farsi tagliare la gola, di essere sopravvissuta al massacro del 7 ottobre 2023 fingendosi morta. E non abbiamo dubbi nemmeno sul vincitore musicale: non Lucio Corsi che da cantautore da localino, con la borsa dei trucchi di Alberto Camerini, è diventato una specie di padre della patria e si prende sul serissimo (almeno da quando si è stizzito contro chi ha sfottuto la sua esibizione con Topo Gigio), ma Tommy Cash, che ieri sera ha superato la semifinale con la sua martellante Espresso macchiato, che da più di due mesi non riusciamo a farci uscire dalla testa.
Un po’ come il fascismo, anche Propaganda Live e Tony Effe hanno fatto cose buone facendoci conoscere questo cantante estone che di base fa rap ma ha scritto questa canzone proprio per partecipare a quello che per noi sarà sempre l’Eurofestival, usando quel dance pop che nella manifestazione di solito funziona e unendolo a un testo strepitoso, da qualcuno ritenuto offensivo per gli italiani anche se secondo noi a essere presi in giro sono proprio gli stereotipi sugli italiani, e una certa idea turistica e consumistica che tutti applicano ai paesi stranieri. Certo un brano simile non si sarebbe potuto fare sugli arabi o sui congolesi, per le solite ragioni.
Strepitoso il video minimalista, chiaramente ispirato all’hamburger di Andy Warhol: , oltre al testo alla Carosone: “Ciao bella, I’m Tommaso – Addicted to tobacco – Me like mi coffee very importante – No time to talk, mi scusi – My days are very busy – And I just own this little ristorante – Life may give you lemons – When dancing with the demons – No stresso, no stresso – No need to be depresso – Mi amore – Mi amore – Espresso macchiato, macchiato, macchiato“. Dubitiamo che Basilea la canzone di Tommy Cash possa vincere, ma di sicuro è uno dei pochi brani, come del resto quello di Corsi, che possa avere una vita fuori da quel contesto di plastica pieno di roba inascoltabile, telecronaca di Big Mama compresa.
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