Assaje, te voglio bene

5 Febbraio 2019 di Stefano Olivari

Nella Milano di oggi quasi tutte le pizzerie si definiscono o napoletane o gourmet, spesso anche entrambe le cose. Ma solo in pochissimi casi questo è vero, al di là dell’ovvia considerazione che ci siano tanti tipi di pizza buonissimi e lontani sia da Napoli sia dalla rivisitazione. Napoletana e gourmet è senz’altro Assaje, che avevamo scoperto in una puntata di Quattro Ristoranti e che abbiamo provato fuori tempo massimo, oltretutto in un periodo in cui di pizzerie gourmet (qualsiasi cosa voglia dire) ne avevamo abbastanza. Assaje è una catena, con locali a Milano, Bergamo e Trieste, noi possiamo giudicare sul campo quello di Milano in via Raffaello Sanzio (ce n’è anche un altro in Piazzale Segrino), nella zona probabilmente con la più alta concertazione mondiale di pizzerie e quindi con una concorrenza notevolissima. La filosofia di Assaje, abbiamo letto sul sito (come al solito non ci siamo presentati da giornalisti), è vicina a quella di Slow Food ma nel locale il fighettismo non si avverte.

Una sala all’entrata, più un’altra molto ampia e che ricorda un vagone ferroviario, arredamento sul bianco e tutto molto luminoso. Tavoli un po’ troppo vicini. Si viene accolti con un fritto di benvenuto, proprio di default, e subito ci si trova di fronte alla grande scelta: uno dei menu oppure le pizze? E fra le pizze quale scegliere di quelle delle quattro categorie? Tradizionali (esempio: salsiccia e friarielli), Contemporanee (esempio: Integrale Ortolana), Gourmet (esempio: Burrata e prosciutto iberico) e Fritte… Scartate le fritte, buone ma di una pesantezza insostenibile anche non avendo impegni dopo pranzo, la scelta è comunque vastissima. Costante delle non gourmet è il bordo morbido napoletano-napoletano (non entriamo nel merito delle varie teorie, così come dell’olio piccante che si è stato offerto quando abbiamo preso l’integrale ai tre pomodorini), e tutti gli abbinamenti sono azzeccati rimanendo, nel caso di contemporanee e gourmet, sempre un passo indietro rispetto al confine del ‘fenomenico’. Nostro consiglio semplice, per una eventuale prima volta da Assaje: qualsiasi scelta è giusta, ma la pistacchio e mortadella è semplicemente fenomenale. In alternativa la burrata e prosciutto iberico: tutte le pizze provate sono buone, quasi nessuna è leggera. Davvero invitanti i fritti, a partire dai fiori di zucca ripieni, ma insieme alla pizza davvero non riusciamo a mangiarli: promossi solo con lo sguardo. Un difetto del locale, a parte la minima distanza fra i tavoli? Forse l’acustica, visto che locale pieno, soprattutto di sera, si fa fatica a sentire le parole di chi ti sta davanti.

In sintesi una delle pizzerie migliori di Milano, detto da chi tre volte alla settimana va in pizzeria (si vede dalla pancia ma non dalle recensioni, perché la maggior parte dei locali non lascia alcuna emozione), una delle poche che ci sentiremmo di consigliare. Bene anche l’impianto di aerazione: nonostante i fritti si esce con vestiti e capelli salvi. Prezzi moderati, per i canoni milanesi: con una delle pizze normali, più gli annessi e connessi, si spendono 15 euro, mentre con la gourmet si sale fino a conto totale di 25. Di default anche il dolce e i limoncelli (in realtà sono quattro: limoncello, più gli equivalenti al melone, al pistacchio e al caffè) finali, uno di quei particolari che si possono notare soltanto quando non si conoscono i proprietari (abbiamo visto che è una ragazza: complimenti), e una nota di merito per il servizio: molti e molto solerti i camerieri, quindi locale frequentabile anche il sabato sera. Posto da doppi e anche tripli turni, ma senza pressioni fastidiose.

Assaje – Genere: Pizzeria-Napoletano – Milano, via Raffaello Sanzio 14 – CAP 20149, fermata MM1 Wagner – Telefono 0243982700 – Sito web: assaje.it – Pagina Instagram: pizzeria_assaje – Pagina Facebook: @pizzeriaassaje – Presenza più recente di Indiscreto: febbraio 2019 – Voto ambiente-qualità-prezzo: 9

LA CLASSIFICA DI ‘PAGANDO IL CONTO’ aggiornata al 5 febbraio 2019

    1. Oasi Giapponese (Giapponese): 9,5
    2. Joia (Vegetariano): 9
    3. Assaje (Pizzeria): 9
    4. Cracco (Bistrot): 9
    5. Kota Radja (Cinese): 8
    6. Osteria dei Mosaici (Pugliese):8
    7. Dawat (Indiano): 8
    8. Ta Hua (Cinese – Hong Kong): 8
    9. Denzel (Ebraico-Mediorientale): 7,5
    10. La Tirlindana (Lago – Sala Comacina): 7,5
    11. Cacio e pepe (Romano) : 7,5
    12. Le Vent du Nord (Belga): 7,5
    13. Al Matarel (Milanese): 7,5
    14. Antica Trattoria del Gallo (Lombardo – Gaggiano): 7
    15. A’ Riccione (Pesce): 7
    16. Al Sale Grosso (Pesce): 6,5
    17. Lievito Madre al Duomo (Pizza): 6,5
    18. Ba’Ghetto (Romano-Ebraico): 6,5
    19. Temakinho (Brasiliano-Giapponese): 6,5
    20. Pokeia (Hawaiano): 6,5
    21. Da Salvatore (Siciliano-Pesce): 6,5
    22. Lievità (Pizzeria): 6
    23. Rigolo (Toscano): 6
    24. Bottega sicula (Siciliano): 6

Le regole di ‘Pagando il conto’

1) Locali di Milano o al massimo a un’ora d’auto da Milano.
2) Non presentarsi mai come giornalisti.
3) Pagare sempre il conto, con i propri soldi, senza scaricare le spese su un’azienda o su altri.
4) Essere stati nei posti più di una volta, possibilmente in epoche diverse.
5) Confrontare posti di livello, ambizioni, prezzi e clientela anche molto diversi, dando un giudizio che tenga conto di tutto.
6) Soltanto locali dove torneremo o torneremmo, quindi dalla classifica rimangono inevitabilmente fuori tre quarti dei posti testati: non tutti orribili, ma la maggior parte senza senso.
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