Trapizzino, Roma ha vinto (almeno a Milano)

22 Marzo 2019 di Stefano Olivari

Prima di parlare di Trapizzino, ennesimo caso di successo della cucina romana a Milano, bisogna spiegare che cosa sia il trapizzino: in pratica una pizza bianca che viene tagliata, ripiegata e servita a triangolo, dopo essere stata riempita con ingredienti a scelta. Lo street food prima che il concetto di street food diventasse fighetto, ma in questo locale (siamo alla decima presenza in quello di via Marghera, l’unico di Milano: Trapizzino è una catena con locali anche a New York, Firenze e ovviamente Roma) la romanità e milanesità si fondono nel modo giusto, con ogni parte che rinuncia a qualcosa. L’ambiente è piccolo, ma molto pulito e sobrio: per la ressa da evitare fra la una e le due, per la carica del pranzo anche di chi non ha orari obbligati, ma negli altri orari è tranquillissimo ed infatti lo consigliamo sia per un pranzo verso le due del pomeriggio sia per un aperitivo del genere bicchiere di vino più supplì. Molto vivo anche di sera, non è un posto da prenotazione: se è libero bene, se no bene lo stesso.

I supplì di Trapizzino

I trapizzini sono potenzialmente infiniti, quindi ogni giorno a rotazione ne vengono proposti otto. Quello che fa più Roma è probabilmente quello con dentro la polpetta al sugo, davvero buono, ma il nostro abituale è quello con la parmigiana di melenzane. Ottime sensazioni avute anche dal trapizzino con pollo alla cacciatora e da quello con picchiapò (manzo lessato, con cipolle e pomodoro), anche lui molto romano. Tutti i trapizzini vengono preparati al momento e costano 4 euro. Il nostro consiglio, che poi è ciò che facciamo di solito, è di prenderli in abbinamento a uno o due supplì, del costo di 2 euro l’uno: anche qui a fianco di quelli storici (la versione con il ragù, quindi) ce ne sono altri a rotazione, troviamo da urlo quello cacio e pepe e degno di lode quello all’arrabbiata. Sempre ben cotti, si rompono nel modo giusto e vengono serviti con cortesia da un personale di sala sempre sorridente. Buona quindi la mano dell’allenatore, che come al solito non conosciamo. Dettaglio che commentavamo proprio con un altro frequentatore: in un locale il sorriso non deve essere un’espressione del viso quando le cose ti vanno bene, ma un dovere.

Anche Trapizzino è inserito nel circuito del delivery, che non amiamo e non certo per motivi sindacali (personalmente abbiamo meno tutele dell’ultimo dei biker), ma la sua vera essenza sta nel prendersi una mezz’ora di pausa e andare personalmente sul posto consumando lì oppure portandosi il sacchetto a casa o in ufficio. Buona carta dei vini, centrata su Lazio e un po’ di Lombardia: quando dopo il Trapizzino non dovete essere produttivi consigliamo un calice di Artemisia (6 euro).

Eccellente l’idea di tenere aperto dalle 8.30 alle 23 diventando con i fatti quello che altri soltanto sbandierano, cioè un posto easy dove darsi appuntamento senza dovere per forza strafogarsi. Certo dopo un trapizzino e un supplì è difficile andare oltre, per questo con una decina di euro a testa si esce più che soddisfatti. Come diceva Decimo Massimo Meridio, Roma ha vinto. Non grazie a Pallotta e Monchi, ma al suo cibo più tradizionale. Che proprio perché in possesso di un’identità forte sa adattarsi ad altre città.

Trapizzino Milano Marghera – Genere: Romano – Milano, via Marghera 12 – CAP 20149, fermata MM1 Wagner – Telefono 02 44693265 – Sito web: trapizzino.it – Pagina Instagram: trapizzino –Pagina Facebook: @trapizzino –  Account Twitter: @Trapizzino – Presenza più recente di Indiscreto: marzo 2019 – Voto ambiente-qualità-prezzo: 9.

LA CLASSIFICA DI ‘PAGANDO IL CONTO’ aggiornata al 20 marzo 2019

    1. Oasi Giapponese (Giapponese): 9,5
    2. Joia (Vegetariano): 9
    3. Assaje (Pizzeria): 9
    4. Trapizzino (Romano): 9
    5. Cracco (Bistrot): 9
    6. Kota Radja (Cinese): 8
    7. Osteria dei Mosaici (Pugliese):8
    8. Dawat (Indiano): 8
    9. Ta Hua (Cinese – Hong Kong): 8
    10. Denzel (Ebraico-Mediorientale): 7,5
    11. La Tirlindana (Lago – Sala Comacina): 7,5
    12. Cacio e pepe (Romano) : 7,5
    13. Le Vent du Nord (Belga): 7,5
    14. America Graffiti (Americano): 7,5
    15. Al Matarel (Milanese): 7,5
    16. Antica Trattoria del Gallo (Lombardo – Gaggiano): 7
    17. A’ Riccione (Pesce): 7
    18. Al Sale Grosso (Pesce): 6,5
    19. Lievito Madre al Duomo (Pizza): 6,5
    20. Ba’Ghetto (Romano-Ebraico): 6,5
ALTRI POSTI RECENSITI: Temakinho (Brasiliano-giapponese), Pokeia (hawaiano), Da Salvatore (Siciliano-Pesce),Lievità (Pizzeria), Rigolo (Toscano), Bottega sicula (Siciliano)Ten Grams (Tartufi), Mare Culturale Urbano(Pizzeria), Vanilla Bakery (Brunch),  L’Altro Eden (Ligure).

Le regole di ‘Pagando il conto’

1) Locali di Milano o al massimo a un’ora d’auto da Milano.
2) Non presentarsi mai come giornalisti.
3) Pagare sempre il conto, con i propri soldi, senza scaricare le spese su un’azienda o su altri.
4) Essere stati nei posti più di una volta, possibilmente in epoche diverse.
5) Confrontare posti di livello, ambizioni, prezzi e clientela anche molto diversi, dando un giudizio unico che tenga conto di tutto.
6) Non leggere le recensioni di TripAdvisor o di altri, per non essere condizionati e per scrivere solo in base all’esperienza personale.
7) Soltanto locali dove torneremo o torneremmo, quindi dalla classifica rimangono inevitabilmente fuori tre quarti dei posti testati: non tutti orribili, ma la maggior parte senza senso.
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