Musica

Tutta la vita con i Ricchi e Poveri

Paolo Morati 30/04/2024

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Ma non tutta la vita dei Ricchi e Poveri è il vero brano vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo? Probabilmente no, ma classificatosi appena alla ventunesima posizione ha scalato le graduatorie che oggi forse contano di più, ossia quelle degli ascolti in streaming. Quelle del pubblico giovane (o presunto tale), giocandosela alla pari con i vari trapper e similia oltre che con la trionfatrice Angelina Mango. Un successo, quello di Ma non tutta la vita e dei Ricchi e Poveri, premiato con il disco d’oro (certo molto diverso rispetto a quello che si assegnava negli anni 80), che nessuno degli osservatori aveva previsto. Anzi i giudizi iniziali che avevamo letto in anteprima non erano certamente di tipo elogiativo.

Ma non tutta la vita era visto come un brano che sapeva di vecchio, poco moderno, anzi fuori tempo massimo. Zitti zitti Angela e Angelo hanno invece sovvertito i pronostici e guadagnato sempre più consenso proponendo un significato ben centrato e grazie a un’intelligente strategia di comunicazione. Ma non tutta la vita è di fatto un invito a non perdere le occasioni, a non far passare il tempo all’infinito. Detto questo, è gradito per noi il successo che i Ricchi e Poveri stanno raccogliendo, loro che ci sembrano da sempre parte della vita (da quando erano in 4, poi in 3 e ora in 2).

Un quartetto, quello iniziale dei Ricchi e Poveri, che ha vissuto momenti di grande popolarità negli anni 70, tra alti e bassi, riguadagnandola come trio all’inizio degli anni 80 anche grazie alla mano di Freddy Naggiar e della sua etichetta Baby Records. Non c’è dubbio che sia stato infatti il magico decennio a portarli in giro per il mondo, da Sarà perché ti amo in poi, con i loro brani costruiti per piacere subito (da leggere a tal proposito la nostra intervista a Cristiano Minellono)  e Ma non tutta la vita rientra proprio in quel filone solo apparentemente scanzonato, che entra bene in testa. Poi con oltre 8 milioni di ascoltatori mensili su Spotify c’è solo da essere contenti per loro… ma anche per noi.

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