Pallavolo

Conegliano senza imitatori

Alberto Rapuzzi 10/02/2025

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Bologna nell’Arena di Casalecchio di Reno ha accolto nel fine settimana con passione e amore le Final Four di Coppa Italia femminile e pur senza la presenza di una squadra locale 7.000 spettatori sabato e 9.000 domenica hanno occupato gli spalti. Questo testimonia l’attenzione verso il movimento, fatto non scontato. Indiscreto ancora una volta era presente sul posto, supportato insieme ai colleghi dalla meravigliosa Elisa della Lega volley per tutto ciò che ci potesse essere utile. In campo le nostre migliori quattro squadre, una costellazione di stelle infinita, in pratica un anticipo delle semifinali scudetto, salvo eventuali modifiche negli incroci definiti dalla posizione in classifica al termine della stagione regolare.

La prima semifinale vede le campionesse dell’Universo del Prosecco Imoco di Conegliano, che in Italia non perde una finale dal 2019, e l’Igor Gorgonzola di Novara guidata da Lollo Bernardi. Finisce 3 a 0 per le venete, ma il risultato netto nel punteggio non rispecchia l’andamento della partita, dove Novara rimane sempre attaccata a un’avversaria non a pieni giri, grazie anche all’inserimento dalla panchina dal secondo set dell’opposta americana Taylor Mims. Però poi nei momenti decisivi, quando i dettagli a questi livelli fanno la differenza, le piemontesi si sono perse, mancando anche di quel coraggio che serviva per ottenere un risultato così importante. Purtroppo da qualche stagione l’Igor soffre per gli infortuni anche gravi di giocatrici fondamentali: per esempio, la sua opposta titolare Vita Akimova è ferma da dieci mesi a seguito di un operazione alla spalla, aspettarla non sappiamo quanto sia stata una scelta giusta, si è adattata la brava Tolok ma non è il suo ruolo naturale essendo una banda. Ora in campionato a Novara serve schivare il quarto posto per evitare la semifinale mortale con l’Imoco: questa possibile situazione toglierebbe la possibilità di partecipare alla prossima Champions Legue, prospettiva che questa piazza merita.

Nella seconda sfida si sono affrontate la Numia Milano e la Savino del Bene Scandicci e hanno prevalso  le milanesi al tie break. Partita con alti e bassi, alternati da entrambe le squadre in tutti i fondamentali. Poi le nostre stelle Egonu e Antropova sono emerse con tutta la loro forza (30 punti ciascuna), ma nel tie break Milano è sembrata più concentarata difendendo meglio e aggredendo in battuta, oltre ad avere in Danesi una dominatrice decisiva sottorete. Il discorso su Scandicci ci sembra abbastanza chiaro: per tutta la stagione si caricherà sulle spalle il fardello di un mercato irresponsabile dove si sono dimenticati gli equilibri necessari tra italiane e straniere. Coach Marco Gaspari, entrato in corsa, non ha colpe di questo: sta provando ad utilizzare l’opposta di riserva Mingardi in banda, quindi fuori ruolo, poi però sabato non soddisfatto ha inserito al suo posto l’americana Ruddins pagando però il prezzo di dover mettere in panchina una delle centrali più forti al mondo Carol, per la gioia delle avversarie. Fin quando il club toscano non si darà una struttura organizzata, con ruoli ben definiti, senza ingerenze presidenziali e con persone competenti (lo ha detto anche Maja Ognjenovic), non raccoglierà risultati in proporzione ai cospicui investimenti fatti.

Domenica in postazione a mezzogiorno per la finale di A2, inserita  come di consueto nel programma. Se la giocano l’Itas Trento di coach Davide Mazzanti e l’Omag-Mt di San Giovanni in Marignano dove è ancora protagonista sua moglie Serena Ortolani, certamente un incrocio curioso. È uno spazio importante che viene dato a una categoria dove molte giovani crescono (Velasco ha organizzato uno stage con alcune sue selezionate) e i club rappresentano un riferimento sociale per la comunità  in piccole realtà di provincia. San Giovanni è una realtà di 9800 abitanti, con 700 al seguito, e si presenta con una squadra molto giovane alla sua prima finale a parte il totem Ortolani e l’esperta palleggiatrice Nicolini, mentre Trento annovera tra le sue fila atlete con presenze in A1 come Kosareva, Molinaro e Prandi, più coach Mazzanti che cerca di rigenerarsi dopo le sofferenze azzurre. Per la gioia dei suoi caldi fan San Giovanni prevale 3 a 0 , conquistando per la seconda volta il trofeo dopo il successo nel 2017-18, al termine di un match equilibrato, in cui ha fatto valere il suo migliore cambio palla dando l’impressione di avere un gioco più  fluido e un muro difesa importante (16 blocks positivi). Protagoniste Piovesan con 20 punti e Ortolani con 18, premiata come Mvp a 38 anni con alle spalle un palmares importante: presa una pausa per la maternità, spinta dalla passione e da una forma fisica competitiva, è tornata protagonista, sia pure in A2, risultando soprattutto un riferimento per chi sta iniziando una carriera. Manca ora la promozione in A1 e la festa sarebbe completa. Invece coach Mazzanti, che a Trento ha tre anni di contratto, non dovesse centrare il salto di categoria lascerebbe a fine stagione e continuerebbe una fase difficile della sua carriera, dopo essere stato per anni un vincente.

Questa gradevole anteprima ci porta alla finale pomeridiana tra Conegliano e Milano, con l’attesa e la speranza di molti per vedere se si riuscirà a picconare l’Impero gialloblu. Tutto si decide nel primo estenuante set che l’Imoco si aggiudica 37  a 35 con Milano che ha avuto quattro set point e una Egonu infinita (14 punti) ma anche troppo sola, se poi non sfrutti certe opportunità con la squadra più forte al mondo ne paghi le conseguenze. Finirà 3 a 0 per le venete, che amministrano i due set successivi  tranquillamente, con Haak Mvp e una Fahr ancora una volta padrona della rete: si tratta della settima conquista della coppa, per il club più titolato della competizione. Milano ne perde un’altra, senza bande che possano incidere ed essere un alternativa per le scelte di Orro è più difficile ottenere risultati importanti, Daalderop anche con Lavarini trova spazio senza motivo, Cazaute entra ed esce ma meriterebbe più opportunità. Sarebbe interessante sapere in quali condizioni di salute è Pietrini, dopo una lunga attesa se lei è a posto la titolarità deve essere sua: sarebbe un terminale fondamentale evitando di spremere Egonu che poi fatalmente si spegne se sovracaricata. Di Conegliano cosa possiamo aggiungere dopo averne cantate le lodi in versi e prosa? Continua a dominare con numeri tutti da record, di certo stiamo assistendo a una squadra che ha fatto la storia di questo sport e che verrà ricordata negli anni, un esempio di gestione sotto tutti i punti di vista che prescinde dalle possibilità economiche e che ci pare gli altri club più importanti non stiano copiando.

Per quanto riguarda l’evento in sé va detto che la Lega volley femminile si è impegnata molto insieme a Master Group a rendere tutto il meglio possibile. Noi facciamo fatica a sopportare la musica molto alta e un Dj invadente ma questa ormai è la linea del momento non soltanto nel volley. Comunque una bella festa trasversale che il pubblico si è goduto con entusiasmo e rispetto. Il palazzetto, che dal vivo non conoscevamo, offre una buona visibilità dalle diverse posizioni, poi come i molti che abbiamo frequentato è carente nella struttura food e anche i bagni sono trascurati (in Italia quasi una costante, trasversale agli sport). Inoltre, ma questo riguarda il Comune, molti si lamentano del fatto che le navette che collegano Casalecchio a Bologna siano disponibili per certi eventi e per altri no. Comunque è stato bello esserci.

Alberto Rapuzzi, da Bologna

info@indiscreto.net

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