Basket
La NBA marcia su Roma
Oscar Eleni 28/04/2025

Oscar Eleni seduto a tavola con i pescatori di Sommarøy, isola norvegese nella contea di Tromsø, dove hanno avuto l’idea che potrebbe toglierci dalle ansie e tristezze di oggi: annullare il tempo. Loro sono già obbligati a farlo quando arriva il sole di mezzanotte, il periodo di 63 giorni fra il 18 maggio e il 20 luglio quando c’è soltanto luce, giorni strani come quelli dove ci sarà soltanto buio per almeno due mesi. Chiedere asilo per partecipare alla battaglia non è facile. Loro sono trecento, non tutti giovani e forti, hanno buoni motivi, ma nessuna speranza: il tempo è denaro urlano dalle capitali che al momento si svenano soltanto per avere più armi, magari fingendo commozione accompagnando Papa Francesco verso la Madonna della neve, la chiesa sull’Esquilino eretta ricordando un 5 agosto davvero strano per Roma capitale sorpresa dai fiocchi bianchi che cadevano dal cielo.
Chiedetelo alle aringhe appena pescate, a chi è rimasto impigliato nella rete in troppe parti del mondo, da Gaza a Kiev, dal Sud Sudan ad altri “villaggi” nazione circondati e bombardati nel mondo, a quelli che che fingono di aver ascoltato i messaggi del Papa venuto dalla fine del mondo come diceva pensando alla sua gioventù in Argentina, figlio di immigrati italiani (ma va?) accolti e non perseguitati come vorrebbero tanti di quei papaveri che stavano in prima fila al funerale, spiati da chi sapeva leggere il labiale, senza stupirsi troppo se i sorrisi sapevano di ceralacca, contenti di poter essere al centro della scena, fingendo di aver capito cosa vuol dire la parola PACE. Un minuto di silenzio, giorni di lutto, ma, per carità, fermate ogni cosa, meno la pubblicità, naturalmente, o le indagini su chi crede ancora alle feste di LIBERAZIONE, fingendo indignazione se i soliti ignoti-idioti, insultano chi ha visto da vicino cosa sa fare Caino fra i reticolati di un lager.
Non sembrano turbati gli amici pescatori se la gente fa ancora a pugni per una partita di calcio, se si spara per strada, anche se fanno fatica a capire perché una gara, in qualsiasi sport, non si deve disputare. Sì, certo, sanno anche loro che sulle tribune non vanno soltanto quelli che amano davvero lo sport, no, ci sono i parenti, gli agenti, non soltanto di polizia, quelli che pensano da ultrà anche quando devono andare al bagno, ma sembrano convinti che dovrebbero essere proprio certe giornate a riunire e far pensare. Forse hanno ragione, ma loro si battono per abolire il tempo, per abolire la sveglia del mattino, per godersi giornate senza buio. Noi non potremo mai farlo e allora litighiamo su tutto, senza capire cosa hanno voluto dire i giocatori del Lecce indossando una maglia bianca , il loro lutto, nella trasferta a Bergamo che non volevano fare per stare insieme alla famiglia del loro fisioterapista morto sul lavoro.
Figurarsi se potremo mai solidarizzare con il povero Simone INZAGHI che, in due settimane, da probabile dio del triplete adesso si trova nella palude dei fischiati a prescindere, non soltanto dai vedovi MOURINHO, con una squadra sfinita che in settimana dovrebbe eliminare il Barcellona per farsi perdonare il sorpasso subito sulla corsia d’emergenza dalla volante del Napoli di Conte. Il BARCA che ha messo in frigorifero il caro ANCELOTTI, pure lui passato dall’altare alla polvere in poco tempo, pazienza se prima aveva vinto tutto.
Mentre Pogacar esalta le grandi storie del ciclismo noi ci fermiamo ad applaudire le nostre rugbiste che battendo il Galles hanno fatto un’impresa che avrebbe meritato più di una breve, come le medaglie europee dei nostri judoka, o, magari, la fatica nella maratona dell’italiana Yaremchuk soldatessa che a Londra ha visto brillare numeri sul cronometro che purtroppo non ha potuto vedere CRIPPA rimasto sui pensieri da copertina a 5 chilometri dal traguardo, ascoltando il battito anomalo del grande orologio che consiglia i corridori quando sono in sofferenza.
Lasciateci adesso entrare nella domenica dove TRENTO si è goduta prima la ventesima vittoria in campionato contro Sassari della sua squadra di basket diventata già leggenda quando in febbraio ha vinto la Coppa Italia, poi il trionfo in gara uno per lo scudetto della pallavolo su CIVITANOVA nel palazzo dove MICHIELETTO ha sparato alla luna accarezzando i tanti stendardi che ricordano i trionfi di una società, di una scuola. Nel basket e nella pallavolo a TRENTO hanno buoni consigli da dare a tutti, magari vanno ascoltati o, soltanto copiati.
Veniamo adesso al basket dove il pensiero scudetto è ancora molto lontano. Mancano due giornate alla fine del campionato e soltanto la A2 può armare già in settimana i cannoni per play off che ci daranno la seconda promozione dopo le feste strameritate di UDINE che ora dovrà davvero convincere VERTEMATI a sacrificare gli italiani che lo hanno portato al trionfo, perché sarà dura separarsi da chi ha dato tanto per ingaggiare gente di altre scuole, passando da due a cinque o addirittura sei. Nella mischia tanta storia cominciando da CANTÙ e anche RIETI, cercando di capire se davvero l’URANIA di Ale GENTILE e AMATO, la FORTITUDO di Caja, la PESARO di LEKA, sostituto del SACRIPANTI ammalatosi nel viaggio, diventeranno avversarie per la promozione della RIMINI di Dell’Agnello fermata quasi sul traguardo proprio dai friulani.
Dicevamo del basket che vede, ma era logico che senza Eurolega sarebbero state migliori, più fresche, magari più allenate, le sue regine con il colorito giusto per la volata finale anche se la VIRTUS può davvero aspirare al primo posto, mentre Milano saprà dalla trasferta di TRAPANI se almeno il primo turno dei play off potrà giocarselo con il favore del fattore campo che certo aiuta, o almeno dovrebbe, dicono gli amici in Laguna dopo aver visto lo schianto della Reyer contro Pistoia ultima della classifica, una sconfitta che potrebbe anche costare l’ultimo posto nei play off, anche se TORTONA e SASSARI sembrano davvero non averne più e TREVISO dovrebbe fare un miracolo come nei due finali di queste settimane, l’ultimo per condannare SCAFATI che ha già vissuto troppi finali tragici in questa stagione balorda come dice giustamente il suo presidente. Meglio sintetizzare tutto con le pagelle, zucchero per diabetici che serviamo contro il parere del medico e dei direttori di rete.
10 A ROMA se davvero si risveglierà adesso che la NBA proponendo le nozze morganatiche con la FIBA vorrebbe una squadra proprio nella capitale (magari con ANTONINI?), la città che ospita le finali giovanili dell’under 19, quella che un tempo era la vera vetrina, oggi solo esposizione per college americani piuttosto che squadre italiane. Giustamente il presidente PETRUCCI ha voluto che la festa, Milano campione uscente, fosse dedicata al compianto vicepresidente LAGUARDIA che per anni è stato il nostro caro guardiano del faro, cercando di proteggere, prima di tutto, proprio i vivai.
9 A Paolo VITTORI, campione che ha fatto la storia del nostro basket, perché anche quest’anno col trofeo GARBOSI e al torneo dedicato a GALLEANI, ha rimesso VARESE al centro della più bella manifestazione giovanile organizzata in Italia. Loro regalano qualcosa che va oltre il buon sapore del vino che sanno regalare a chi vuole bene ad un basket che cura le sue radici e le sue api.
8 A Luca BANCHI che dopo le amarezze bolognesi ha ritrovato all’EFES il piacere di sorprendere come ha fatto tutti con la sua LETTONIA, anche se eliminare il PANA di ATAMAN sarà davvero difficile pur avendo vinto una partita nella tana del diavolo.
7 Al popolo VIRTUS se ritroverà la pace con il primo posto in classifica che IVANOVIC sta portando nella cattedrale del nostro basket. Al momento sono i veri favoriti per lo scudetto che manca dai tempi del DJORDJEVIC rimpianto dai tifosi, come il maremmano regalato all’EFES, dati raccolti leggendo le Visioni del basket campaniane.
6 Al POETA che anche in giornate balorde tiene la sua BRESCIA in rotta per contrastare il primo posto, lasciandoci godere i momenti in cui, prima del DELLA VALLE scatenato, il signor BILAN ci ha ricordato cosa vuol dire accarezzare il gioco, un po’ quello che fanno alla VIRTUS quando SHENGHELIA ha voglia di fare male.
5 A Toto BULGHERONI che, con saggezza, ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di sostituire l’amico GANDINI alla presidenza della LEGA. Forse è giusto che pensi alla sua VARESE da salvare sempre in mezzo alla tempesta, ma dare una mano anche ai legaioli confusi potrebbe essere una cura per lui e un vero aiuto per GANDINI.
4 A Danilo GALLINARI in giornate dove le sue imprese portoricane fanno storia, dove il padre VITTORIO, finalmente, ha ammesso che il campione di famiglia da tempo è proprio lui, se non urlerà a tutti che all’Europeo lui vuole esserci con o senza DI VINCENZO.
3 Ai picadores del BILBAO che hanno meritatamente vinto la coppetta FIBA togliendoci però la gioia di poter festeggiare CANCELLIERI e un vero allenatore di scuola italiana che ha ridato vita ai sogni del PAOK.
2 Al barbaro che tirando roba in campo ha fatto squalificare per 2 giornate il campo di Trieste. Se ci fosse ancora PORELLI andrebbe a cercarli questi lanciatori magliari, portandoli di peso davanti alla banca per il bonifico, prima di stracciare abbonamenti e pass d’ingresso.
1 A PISTOIA perché se davvero OKORN avesse potuto lavorare in pace la salvezza sarebbe stata trovata e forse anche qualcosa di più. Si sono fatti male da soli ed è difficile che possano trovare le tracce del porto salvezza anche dopo una bella impresa contro i fantasmi di Venezia.
0 Alla REYER che, come dice giustamente il suo allenatore, speriamo tutto lo staff, ma anche il presidente, ha perso la faccia in una partita che avrebbe dato la certezza dell’ottavo posto e anche di una posizione migliore per finali dove tutti avevano cominciato a temere chi davvero meriterebbe adesso i duri banchi, ma con le valigie pronte. Stesso pensiero per gli arbitri che non vedono, per chi vorrebbe condannare CINCIARINI eroe italiano sfortunato di giornata come CAPPELLETTI nel naufragio di Sassari.