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Anno primo dopo l’oro olimpico

Alberto Rapuzzi 23/11/2024

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Lo sguardo che accarezza i 12.626 del Forum di Assago, accorsi di venerdì sera nella Milano dalle tante opzioni per vedere una partita della stagione regolare di pallavolo femminile, tra Numia Milano e la super Imoco di Conegliano, stabilendo il record di presenze in Italia. Che meraviglia. Anche l’anno scorso il pubblico era stato numeroso, nulla di scontato per uno sport che Nazionale a parte, fatica ad avere spinta e spazio mediatico, ma che ha dalla sua l’enorme numero di praticanti nelle diverse fasce di età. Una grande festa familiare, trasversale, con civiltà e rispetto, dove non devi guardarti alle spalle. Serve poi pazienza a sopportare un dj che si erge a protagonista con la musica a tutto volume e la pretesa di orientare un tifo ammaestrato. I prezzi esagerati non sono stati un ostacolo per gruppi provenienti da città diverse, del resto in campo c’erano due eccellenze mondiali, con tre quarti della nostra Nazionale oro olimpico e dalla parte delle venete anche tre fuoriclasse assolute come Gabi, Haak, e Zhu Ting.

La partita, trasmessa in tutto il mondo, è stata vinta facilmente dall’Imoco, 3 a 0, che ha dominato in tutti i fondamentali dall’inizio alla fine, mostrando un gruppo che ha già integrato le nuove e che ha le idee ben chiare su quello che serve fare. Gabi mvp ha regalato qualità, Haak top scorer con 20 punti e Zhu Ting insieme a una ritrovata Chirichella si sono staccate dalle altre, con De Gennaro sempre ai suoi livelli assoluti: in queste condizioni a dicembre nel Mondiale per club ci sono tutte le possibilità per riconfermarsi. Milano ha deluso moltissimo, vero che Egonu (15 punti) ha bisogno di tempo per ritrovare la condizione dopo la lunga assenza, e che Pietrini è tristemente ancora fuori, però sembra che il gap a livello di roster si sia ampliato, inoltre si è notata una certa assenza di coesione del gruppo e di connessione con il coach Lavarini.

In pratica alla nona giornata ci ritroviamo come avevamo finito, con Conegliano avanti che ha come al solito fatto un mercato intelligente e di livello (Gabi, Zhu, Chirichella), di Milano abbiamo detto e a cui non crediamo nonostante i nomi, mentre l’altra potenziale rivale Savino del Bene Scandicci ha lasciato sconcertati per le sue assurde scelte di mercato. L’incompetenza ormai consolidata della società toscana l’ha portata a costruire una squadra con bande tutte straniere e con il ritorno del libero Brenda Castillo ad andare in difficoltà. Nel nostro campionato va garantito un numero minimo di italiane in quadra e la conseguenza è quella di vedere in panchina a turno nomi come Carol o Maja Ognjenovic, rendendo necessario un turnover che impedisce la costruzione di un sestetto solido e continuo, non dimenticando il cambio di allenatore dopo due giornate (Antiga) a favore di Marco Gaspari che con Milano in questi ultimi anni ha perso tutte le finali contro Conegliano. Abbiamo molta fiducia invece nell’Igor Novara, anche lei dotata di un budget importante ma non eccessivo. Poszione etica da parte del Presidente, Suor Saporiti, con la sua squadra che però deve sperare di non avere infortuni pesanti come capitato nelle ultime due stagioni, dando il tempo necessario a Bernardi per amalgamarle: la finale scudetto può essere alla sua portata.

Chi come noi ha vissuto l’evento di ieri sera, con i suoi grandi numeri e per una volta anche un certo riscontro mediatico, si chiede quanto il movimento sta capitalizzando il successo olimpico. Il grande pubblico presente testimonia un interesse certo, che credo dipenda dalle nuove generazioni che giocano: come dice Velasco senza paura di essere linciato (nessun altro lo potrebbe dire in questi termini), il volley per le ragazze è come il calcio per i ragazzi. Poi notando l’assenza del Presidente di Lega Fabris che ha anche altro di cui occuparsi e che la consegna del premio  a Paola Egonu  come migliore realizzatrice dello scorso campionato non è stata vista da tre quarti del palazzetto in quanto coperta da una tenda pubblicitaria, bisogna sottolineare il dilettantismo nel gestire qualcosa che è cresciuto così tanto e che un cambio generazionale  con competenze maggiori è sicuramente necessario se non si vuole buttare via tutto.

Quanto alla Nazionale, Velasco resta e si guarda con fiducia al prossimo Mondiale del 2025. Merita pero’ una riflessione il Club Italia che, non dimentichiamolo, al Centro Pavesi di Milano ha visto crescere l’ossatura della nostra attuale squadra (Orro, Egonu, Fahr, Pietrini, Lubian) disputando il campionato di A1 con una squadra di giovanissime, perdendo quasi sempre però lottando punto a punto, facendo quindi intravedere un potenziale importante e aiutando tanto la loro crescita. Ora le azzurrine stanno giocando in B1, il livello è sceso anche perché adesso i club le giocatrici più promettenti preferiscono crescerle appoggiandosi a club amici. Scarseggiando così proposte interessanti per il club azzurro e quindi si sta perdendo il senso dell’operazione, a meno che non sia quello di creare posti di lavoro. In ogni modo, ricordando da dove siamo partiti, senza una generazione di Fenomeni come hanno avuto al maschile, snobbati dai grandi midia, senza sponsor dei club che acquistano spazi pubblicitari per le loro attività creando quindi un peso politico importante, bisogna dire che la pallavolo femminile ha comunque poi trovato molta gente che è salita sul suo carro. Speriamo che la corsa possa continuare.

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