Pallavolo

Conegliano senza avversarie

Alberto Rapuzzi 23/04/2025

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Nel Palaverde di Villorba, pieno di gloria e di ricordi meravigliosi, martedi sera si poteva volare verso le stelle, sospinti sempre più in alto dai cuori pulsanti dei 5.000 tifosi dell’Imoco Prosecco Doc di Conegliano. La loro amata stava conquistando il suo ottavo scudetto, il settimo consecutivo, nel volley femminile regolando in gara 3 la Numia Milano per 3 a 0  e chiudendo la serie con il medesimo punteggio. In un ambiente da brividi, con Indiscreto presente (grazie a Simone Fregonese, responsabile della comunicazione dell’Imoco, che nonostante le numerose richieste di accredito e lo spazio limitato ha premiato questo sito), le milanesi non sono riuscite a salire sull’ultimo treno che passava, incassando la quindicesima sconfitta consecutiva negli scontri diretti. Paola Egonu lasciata sola a combattere non poteva fare miracoli.

Lavarini aveva iniziato con Sylla in panchina schierando titolare Cazoute ma il film si è ripetuto come nelle precedenti partite, un inizio equilibrato per poi smarrirsi travolte dalla forza d’urto e dalle qualità eccelse delle venete in tutte le componenti. Non ci vuole molto a capire che se da una parte trovi Gabi e Zhu e dall’altra Sylla e Dalderoop già la ricezione, cuore di tutto, parte sbilanciata in maniera decisiva, senza contare  il resto. Le onde del mare troppo forti e alte ti portano via senza possibilità di salvezza.

Ci hanno illuminato il genio di Wolosz, la lucida potenza di Haak, Zhu cinica dai pochi sorrisi ma molto efficiente, la garanzia del muro di una ritrovata Chirichella e di una straripante Fahr, mentre il talento infinito di Gabi e De Gennaro (500 presenze con la stessa maglia) ci hanno lasciato un ricordo per sempre. Coach Daniele Santarelli non sarà simpatico a tutti ma comunque ha conquistato in dieci anni 28 trofei, senza contare i suoi successi con Serbia e Turchia. Ha trasformato tutte queste meraviglie in una squadra organizzata e compatta, un’orchestra perfetta dove ognuna sa quello che deve fare in sincronia con le compagne.

L’Imoco nasce nel 2012 dalle macerie del fallimento Spes, e adesso ha un budget annuale di 8 milioni di euro, con un albo d’oro e numeri che fanno impressione solo a ricordarli. In stagione ha vinto 51 partite su 52, oltre ad essere campione del mondo in carica. Piero Maschio è l’architetto  infallilibile che costruisce e gestisce il roster, le sue scelte oculate hanno consentito di rendere indolori cambi importanti, riuscendo a trattenere pedine fondamentali come Wolosz e De Gennaro, una figura la sua che i suoi competitor non hanno anche perché non cercata. E la festa potrebbe non essere finita, perché il 3 maggio Conegliano si ripresenterà come un incubo a Milano nelle final four di Champions Legue, mentre Scandicci troverà una montagna da scalare nel Vakifbank recente campione di Turchia.

Per quanto riguarda la Numia Milano possiamo affermare che ha deluso nella serie finale, in tre partite ha vinto solo un set e non è stata all’altezza in diversi aspetti. L’anno scorso Scandicci aveva perso ma era stata competitiva, valorizzando lo spettacolo e costringendo Santarelli ad agrapparsi ad Alexia Gray , una stagione in panchina, che nel momento chiave ha risolto tutto da sola. Da sola è rimasta Paola Egonu che non è stata supportata dalle compagne: marcata lei non c’erano alternative vincenti, e Lavarini non ha trovato soluzioni né trasmesso l’energia che serviva. Certo Milano nelle finali ci arriva, ma oltre a perderle non dà mai la sensazione di essere cresciuta. Ritorniamo alle scelte di mercato e a un’organizzazione societaria forse troppo padronale. Poi bisogna riconoscere al club che si è ritagliato uno spazio importante in una città difficile come Milano e che ha riempito più volte il Forum, oltre che investito molto. Ma per vincere serve altro.

È stato il campionato post oro olimpico, sicuramente il migliore al mondo ma forse non tutti in Italia lo sanno. Comunque è un modello studiato da molti, che va al di là dei soldi veri che girano in pochi paesi al mondo, uno dei quali è il nostro. Interessante ricordare che nel prossimo campionato della ricca e competitiva Turchia i quattro principali club avranno allenatori italiani. La numerosa base giovanile è una garanzia: serve però crescere ancora, soprattutto coinvolgendo più investitori e ottimizzando maggiormente le risorse dei diritti televisivi a cui si sta lavorando, cercando di coinvolgere quel pubblico trasversale che segue soltanto la Nazionale. Poi ci sono probematiche che però sono condizionate dalla politica e dal sistema paese, coinvolgendo tutti gli sport, come le carenze strutturali dell’impiantistica e il trattamento fiscale.

Nella pancia del Palaverde abbiamo incontrato Marco Reguzzoni, importante agente internazionale con la sua Top volley (Egonu e Gabi, tanto per fare due nomi), figlio d’arte, papà Mauro la fece nascere nel 1996, al quale abbiamo rivolto qualche domanda.

D: Marco, il volley femminile è cresciuto tanto. Pensavi si potesse arrivare a questi livelli?

R: Le vittorie della Nazionale nel corso degli anni hanno aiutato tanto, poi il fenomeno Egonu che è andata oltre il volle, per esempio sul palco di Sanremo. Prima era un mondo molto chiuso in se stesso.

D: Cosa serve principalmente ora per crescere ancora?

R: Eventi di alto livello, di cui si parli e che coinvolgano un pubblico generalista, come per esempio la Coppa Italia giocata a Roma poi a Bologna, con palazzetti pieni. Anche le presenza del Presidente Mattarella ha creato interesse.

D: Con tre squadre italiane nelle final four di Champions Legue un evento del genere avrebbe spinto molto, invece si giocheranno nuovamente in Turchia.

R: Lì entra un discorso prettamente economico. I nostri tre club unendosi potevano farcela, ma i costi sono alti e senza un ritorno diretto nessuno vuole buttare via soldi. In Turchia non esiste una Lega ma solo la Federazione che è un’emanazione del governo, il quale per propri interessi ci tiene a sostenere questi eventi coprendo finanziariamente quello che serve.

D: Sei stato recentemente in Brasile , Nicola Negro dopo aver vinto molto con il Minas torna in Italia e al suo posto va Pintus, pensi possa far bene in quella realtà?

R: Sì, Negro andra’ a Chieri. Il problema per Pintus sarà una squadra indebolita rispetto alla precedente. Può però essere per lui un trampolino di lancio, così come è successo a Negro.

D: C’è qualche colpo di mercato particolare da segnalare?

R No, niente di straordinario. Conegliano l’anno prossimo sarà ancora più favorita.

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