Televisione

L’importanza di Starsky & Hutch

Stefano Olivari 08/01/2024

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La morte di David Soul, dopo un’ultima parte di vita molto difficile, è arrivata proprio mentre stavamo pensando a Paul Michael Glaser, cioè il suo partner in Starsky & Hutch, visto che abbiamo letto la notizia, del tutto casualmente, subito dopo avere rivisto The Running Man (in Italia L’implacabile) su Netflix. Il film con protagonista Schwarzenegger aveva infatti Glaser come regista mentre Soul, cioè Hutch, non ha mai avuto velleità registiche e dopo il telefilm che tutti abbiamo visto in ‘diretta’ (in Italia dal 1979, con 4 anni di ritardo sugli Stati Uniti) ha continuato a fare soltanto l’attore, anche in teatro.

Perché Starsky & Hutch è stato importante? Perché è stato uno dei primi esempi, in Italia, di serialità americana di successo, a nostra memoria il primo. Con l’appuntamento del giovedì sera su Rai 2 (all’epoca di chiamava Rete 2), alle 20.40 e cioè quando iniziava la prima serata televisiva, che aspettavamo in maniera religiosa e che spesso, che era preceduto dal Tg2 (che si chiamava Studio Aperto, come l’attuale telegiornale di Italia 1) e che il giorno dopo i mercoledì di coppa era seguito da Eurogol. Era un telefilm pieno di azione ma anche ironico, e in seguito molti analizzando il rapporto fra i due poliziotti hanno voluto vederci messaggi criptogay. Tesi che ci può stare, ma che in quell’epoca incredibilmente più libera nemmeno sarebbe stata oggetto di una breve.

Significativo che Dobey, il loro superiore, sia stato nelle fiction arrivate a noi il primo poliziotto nero in posizione di comando: stiamo parlando di fine anni Settanta del Novecento… Nel telefilm si sente ancora l’aria dell’America del Vietnam (Starsky ne era un reduce) e le donne sono del tutto marginali, esistono solo in quanto vittime o più raramente colpevoli. Cosa che oggi rende Starsky & Hutch retrò ma che fino a poco tempo fa importava a nessuno, visto che dopo il successo sulla Rai avremmo rivisto i due poliziotti dell’immaginaria Bay City e la loro (in realtà è la macchina di Starsky) magnifica Gran Torino su Italia 1 sul finire degli anni Ottanta e poi su altri canali, fino a La 7 pochi anni fa, senza riuscire a staccarci, incontrandoli per caso, da episodi conosciuti a memoria, come quello della morte della fidanzata di Starsky. Uno dei pochi prodotti televisivi dell’epoca che abbiano retto bene il tempo, al netto dell’effetto nostalgia.

stefano@indiscreto.net

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