Calcio

Juventus, addio a Paratici

Stefano Olivari 26/05/2021

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La Juventus si libera di Fabio Paratici, che è il primo ma non sarà l’unico a pagare per quest’annata disastrosa, non in assoluto ma in rapporto alle nove precedenti. Non è formalmente un licenziamento, perché il responsabile dell’area sportiva della Juventus, nel club dal 2010, era in scadenza di contratto, ma il concetto è quello. La gestione della vicenda Suarez, che ancora potrebbe costare cara alla Juventus, non è nemmeno il capo di imputazione peggiore.

Paratici viene messo alla porta per avere cambiato, chiaramente su mandato di Andrea Agnelli, la filosofia juventina dall’acquisto di Cristiano Ronaldo, estate 2018, ad oggi. Filosofia (di una volta) sintetizzabile così: nemmeno i fuoriclasse sono più importanti della Juventus. Non Sivori, non Platini, non Baggio, non Cristiano Ronaldo. Nell’era Paratici seguita alla partenza di Marotta, quindi dalla fine del 2018, si sono visti colpi strapagati stile Premier League come De Ligt, ma soprattutto parametri zero sanguinosi come Rabiot e Ramsey, prolungamenti immotivati come quello di Rugani e operazioni improvvisate come il prestito di Morata pagato 10 milioni.

Non vanno però dimenticate nemmeno le grandi operazioni del post-Marotta messe a segno da Paratici a prezzi alti ma non mostruosi, che saranno la base della Juventus del futuro: Chiesa, Kulusevski, Demiral, Romero e altri. Il vero colpevole, ribadiamo, è Agnelli, perché Paratici si muoveva rispettando le idee del suo presidente, che facevano parte di un disegno più ampio, quella Superlega ora rimandata di qualche anno. Ma non è che Elkann possa licenziare il cugino, per lui magari si inventerà una promozione-rimozione. Quanto all’allenatore, vale tutto: Paratici è stato l’architetto di Sarri al posto di Allegri, ma è anche quello che avrebbe esonerato Pirlo da due mesi.

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