Politica

Bossi senatore a vita?

Stefano Olivari 27/09/2022

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Umberto Bossi senatore a vita? Il fondatore della Lega (in origine Lega Lombarda) non sarà in Parlamento dopo 35 anni di ininterrotta permanenza: dal 1987 è stato infatti prima senatore, da lì soprannome di Senatur, poi 6 volte deputato ed infine ancora senatore. Salvini ha adesso proposto che sia nominato senatore a vita, ma anche ammettendo che Mattarella sia della stessa idea dovrebbe prima morire qualcuno fra Mario Monti, Renzo Piano, Liliana Segre, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia, cioè i cinque senatori a vita di nomina presidenziale (Napolitano lo è anche in quanto ex presidente della Repubblica), visto che dal 2020 la legge non lascia spazio ad interpretazioni.

In passato, e anche adesso, senatori a vita sono stati grandi personalità che con la politica avevano avuto poco a che fare, ma anche importanti leader politici: Don Sturzo, Nenni, Fanfani, Spadolini, Andreotti, Colombo, lo stesso Napolitano che lo era prima di essere eletto presidente della Repubblica. In linea di principio quindi questo onore può toccare anche ad un politico di professione, non necessariamente ad uno scienziato o ad un artista. Il punto è ovviamente il nome: Umberto Bossi ha fatto bene o male all’Italia? Senza di lui come sarebbe cambiata la storia del nostro paese?

Da non dimenticare che la Lega fu la prima sostenitrice di Mani Pulite, anche se poi i maggiori benefici giudiziari sarebbero andati al PDS e quelli politici a Berlusconi, che intercettò parte dell’ex elettorato di DC e partiti laici. Come al solito diciamo la nostra, senza l’equidistanza eunuca: Bossi è stato importante per la storia politica d’Italia, non soltanto in quella prima fase (si pensi a come abbandonò Berlusconi facendo poi vincere l’Ulivo di Prodi nel 1996), ma non ha mai avuto una visione politica interessante, se non nel breve periodo del professor Miglio. Certo aveva intercettato il malcontento del Nord degli anni Ottanta, tutti lo vedevano ma soltanto lui lo ha trasformato in voti.

Sul piano personale però era impresentabile, anche al netto dei comportamenti dei familiari e dei suoi giovanili (con il top del finto medico), per le cose che diceva e non per l’atteggiamento ruspante, genere ‘Ce l’abbiamo duro’, che al limite poteva anche ispirare simpatia. Se il federalismo in Italia non è mai esistito, tranne che sulla carta, la colpa è anche della sua furbizia di breve respiro, omaggiata a destra e per un certo periodo anche a sinistra. Unico punto a suo favore l’essere stato tifoso della Pallacanestro Milano negli anni Settanta, quando in campo c’era suo cognato (ai tempi) Claudio Guidali, che fra l’altro abbiamo visto proprio la settimana scorsa, oltre che dell’Inter (il Trota e gli altri figli sono milanisti). Bossi senatore a vita?

 

 

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