Atletica

Elio Locatelli

Oscar Eleni 28/11/2019

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Oscar Eleni in memoria di un grande come Elio Locatelli. Dicono che l’amicizia sia più tragica dell’amore. Dura più a lungo. Sento freddo, mi sento più solo. Con lui abbiamo viaggiato, ascoltato, scoperto che la sete di sapere poteva davvero renderci migliori. Ci abbiamo anche litigato, ma era bello passare una notte con questo viaggiatore viaggiante. In un attimo l’uomo di ferro è diventato fragile. Come tutti, ma per noi era il vero corsaro nero nella vita rosea che gli altri immaginavamo di poter vivere.

Quando cominciava a parlare non lo fermavi più, felice di potergli dare ragione, contento se la pensavi diversamente e lui ti convinceva che avevi torto. Un grande e la sua ansia di sapere ti faceva venir voglia di studiare di più. Ci mancherà, anche se da troppo tempo eravamo distanti. Lo ricordiamo ad Holmenkollen, trampolino della vita, collina a nord di Oslo, il suo regno quando pattinava così bene da meritarsi due Olimpiadi come atleta, il suo mondo quando si andava al Bislett nel regno della grande atletica che era diventata la sua università della vita.

Siamo stati insieme ad Helsinki, nella sauna delle confessioni, nel lago gelato dove dovevamo calmare i nostri bollenti spiriti. Il braccio armato del grande professor Vittori, l’anima dell’atletica torinese, il guru di un’atletica che voleva emancipare, anche se poi si trovava davanti tanti piccoli uomini. Ha dato tutto, sapeva dare tutto.

Ha insegnato tanto, ha studiato molto, ha lavorato per gli altri ed era sempre un divertimento come quando a Roero bevevi il nettare di famiglia, il suo clan. Piangiamo con le stesse lacrime di Giorgio Reineri, amico fraterno, compagno di notti infinite, scherzando sulla sua idea del mondo ruotante intorno ad una cosa che manca alle nuove generazioni: la passione. Buon viaggio Elio. Ci si incontrerà presto.

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