Se la cuffietta di Abbiati la mettesse uno sfigato

3 Maggio 2004 di Erminio Ottone

di Erminio Ottone
21 – Un altro viaggio allucinante e allucinato nella capitale del non divertimento, fra finte clienti, risse da saloon, buttafuori ottusi, calciatori del Milan in festa, calciatori non in festa ma inseriti nel giro, camerieri malmostosi e incidenti vari.

Amici /nemici della notte milanese. Erminio Ottone questa settimana ha girovagato tutto sommato poco, ma visto molto, ritrovandosi di fronte ad uno spaccato sociale divertente e grottesco. Quello che state per leggere è tutto rigorosamente vero! Partiamo dall’Atlantique, locale che si segnala come uno dei più noiosi della città. Per chi non lo conoscesse, uno di quei posti in cui piazzano energumeni auricolarizzati  e macchine lussuose davanti all’ingresso per farti credere di essere capitato nel regno del divertimento chic e della gnocca. Ovviamente, non è così. La gnocca c’è, ma è lì per ‘lavorare’. Ottone raccoglie l’invito di un vecchio amico, che gli propone di aggregarsi ad un tavolo di ‘conoscenti’. Il fattaccio avviene quando Ottone, evidentemente scambiato per un pollo da spennare, viene avvicinato da un tizio: “Ehi, ciao! Sono quello che fornisce le ragazze. Ora ti mando qui una f…”. Inutili gli inviti a lasciar perdere. Arriva la f…: bellissima, seno rifatto, ma avrete capito che ad Ottone questi ‘giri’ non piacciono. La ragazza esordisce in maniera maldestra: “Ciao, che squadra tieni”? Lapidaria la risposta di Ottone: “Non ho soldi”! Erminio manca di diplomazia,  ma almeno evita ogni equivoco. La ragazza si allontana decisamente spiazzata.

L’obiettivo si sposta ora sul Karma, serata successiva. Tutto regolare, niente di spiacevole da segnalare. Fino all’uscita. Si accende una rissa tra addetti alla sicurezza e un gruppo di balordi: prima se le danno in due, poi diventano quattro, sette, dieci… Una zuffa da saloon che, come un tornado in movimento, rischia di coinvolgere anche chi non c’entra nulla. I clienti ‘normali’ vengono dirottati verso un’uscita secondaria: quella principale è un campo di battaglia, condito con tristi minacce in linguaggio cinematografico (sei morto, non finisce qui, battiti se sei un uomo, me la pagherai). Tutto molto triste, soprattutto se si considera che i personaggi coinvolti sono tutti ben al di sopra della cosiddetta ‘età della ragione’ (avranno tra i 30 e i 40 anni). Ma la settimana riserva altre sorprese. In un tranquillo locale frequentato da studenti viene avvistato Fabio Macellari. Si, proprio lui, il calciatore che dice di essere ormai troppo dipendente dalla gnocca e altri vizi. Lo vediamo sereno e tranquillo: che sia riuscito a placare i suoi istinti? Glielo auguriamo.
E poi, c’è la solita, terribile/temibile domenica, la sera in cui la città si mobilità alla caccia del Vip, possibilmente calciatore. Tappa obbligata per i cacciatori, il solito Toqueville, locale che non brilla certo per elasticità mentale e senso pratico dei gestori. Ottone presenzia al compleanno di un caro amico, nel privè del piano inferiore. Privè aperto a tutti fino alle 24, poi sorvegliato da un buttafuori ingrugnito.  La festa si protrae fino a oltre la mezzanotte, orario in cui il privè diventa ‘selezionato’…Ottone esce dal privè in cui è ospite, si presenta al bancone per ordinare un drink, torna verso il privè col suo drink, ma non fa i conti col buttafuori. “Non si può entrare, l’aperitivo è finito”. Gli amici di Ottone sono sempre lì, con la torta in mano, oltre a loro non c’è nessuno: il privè è deserto, ma niente da fare. L’aggravante è che il buttafuori sostiene di sapere benissimo che Ottone è uno degli ospiti del privè, ma le regole sono regole, l’intelligenza non abita qui. Ottone è tristemente costretto a chiamare il gestore: lavata di capo al buttafuori e scuse ufficiali attraverso un free drink che Ottone regala al festeggiato. Non è finita. Il regno della perdizione è il privè al piano superiore, che alle 24;30, finite le cene, apre i cancelli  (o le gabbie?) al pubblico. Ed eccoli: i calciatori. Si attendono i milanisti freschi di scudetto, ma sono in pochi. Abbiati indossa una cuffia trasparente, tipo retina da notte femminile…Portata da un povero cristo farebbe ridere, portata dal portiere di riserva del Milan fa tendenza (!). Bagno di folla per lui, che esulta con chiunque gli si pari davanti per il tricolore vinto (0 presenze il suo contributo al campionato rossonero, un’eliminazione in Coppa Italia sul groppone). Abbracci con Bazzani, che ormai si comporta da perfetto milanista/milanese.  Ci sono anche Brocchi e Ambrosini. E c’è Borriello, l’ultima delle punte di riserva, che travolge tutti per arrivare al privè: spintona e pesta piedi, ma lui può, è un calciatore. Quando appare, immancabile, il seguito di giornalisti (alcuni anche piuttosto attempati) pronti a gettarsi come iene sugli scarti (femminili) del campione, Ottone decide che va bene così.
Mentre torna a casa, viene invitato da un collega a unirsi a lui per una pizza veloce. E’ l’una di notte, Milano non offre granché per chi vuole mangiare. C’è però il noto Rosy e Gabriele, zona Porta Venezia, dove Ottone ed i suoi commensali sperimentano la solita cortesia meneghina. “Si è in tempo per mangiare? “. La risposta è cordiale: “Certo, entrate pure”. Ma il cameriere sconfessa il tutto: “Su, ordinate in fretta perché qui si lavora. Non abbiamo mica tempo di scherzare come voi”… Allibiti, Ottone ed i suoi amici vengono cazziati perché ignoranti: non sanno che la prosciutto e funghi si chiama ‘regina’, e che quella con la bufala non è ‘bufalina’ ma ‘imbufalita’…Come il simpatico cameriere.
Passo indietro. Nel tragitto da corso Como al ristorante, Ottone è testimone oculare di un incidente incredibile. Ragazzina sui 18 anni con Volvo familiare del papy che, senza pensarci un secondo, da corso Como imbocca contromano Viale della Liberazione (dove le auto sfrecciano sugli 80 orari). Il risultato della manovra è una Matiz che le sfonda la fiancata. La ragazzina scappa (contromano), ma si ritrova in faccia 4/5 auto provenienti nel senso giusto. Si ferma e viene raggiunta dalla conducente della Matiz. Breve conciliabolo, con quest’ultima che torna a mani vuote: “Era terrorizzata, ha la patente da 10 giorni. Non volevo infierire”. Ora quella ragazzina farà danni altrove, mentre  Ottone è l’unico pirla a cui osano chiedere 200 euro per un graffietto…Salvo accorgersi, dopo averlo liquidato privatamente, che il danneggiato veniva da un divieto di svolta…

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