Le Altrevie di Antonella Ruggiero

5 Aprile 2024 di Paolo Morati

La parola Matia deriva da matan, che in genovese significa matta, ed era il soprannome che da ragazza aveva Antonella Ruggiero. Da lì il nome della band Matia Bazar di cui è stata voce e autrice straordinaria dal 1975 al 1989. E soprannome nella sua accezione positiva non potrebbe essere più azzeccato per un’artista che con la sua ultima uscita discografica, intitolata Altrevie, ha deciso di prendere il suo primo album solista (Libera, uscito nel 1996) e, insieme al suo compagno di lungo corso, il produttore Roberto Colombo, proporne i fonemi al contrario su nuovi arrangiamenti.

Il risultato? A dir poco emozionante, nuovo e antico allo stesso tempo. In un universo musicale oggi dominato dal conformismo e l’autotune, oltre che da playlist e feauturing incrociati, un disco come questo è una boccata di ossigeno. Un disco di suoni ed esperienze ma che nella sua lingua inesistente comunica ben più di chi oggi risulta incomprensibile nella dizione anche quando in italiano. Un progetto coerente con il percorso di Antonella Ruggiero, la cui carriera ha attraversato i decenni raggiungendo tutti i possibili traguardi, le sperimentazioni elettroniche così come i vertici vocali.

Senza dimenticare l’apporto fondamentale di Roberto Colombo (il disco non è a caso firmato da entrambi), lui storicamente dietro a innumerevoli progetti importanti della musica italiana e complice dei viaggi (e della vita) di Antonella Ruggiero (da ascoltare anche Pomodoro genetico del 2008). Altrevie è un disco prezioso e dopo il suo ascolto abbiamo quindi provato noi stessi a fare un esperimento, ossia riprodurne alcune parti al contrario per riportarne alla luce i fonemi di origine. Sorprendente.

 

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