Le migliori canzoni di Povia

28 Aprile 2024 di Indiscreto

Nei giorni scorsi, in occasione dell’addio di Amadeus alla Rai, si è parlato molto anche di Povia. Che, secondo qualcuno, la Rai avrebbe cercato di imporre al conduttore come partecipante a Sanremo: retroscena improbabile, visto che Povia il Festival lo ha vinto e che era più famoso di due terzi dei cantanti in gara. Magari è vero il contrario: le sue posizioni politiche, da anarchico e complottista di destra, potevano creare grane con i media e Amadeus ha preferito evitarle a prescindere dalla canzone proposta. Di sicuro Povia ha tutte le carte in regola per partecipare al Festival di Indiscreto, la cui cifra stilistica è la divisività.

L’artista milanese con Sanremo ha sempre avuto un rapporto di amore e odio. Dovrebbe partecipare già nel 2005 con I bambini fanno “ooh”, nelle Nuove Proposte, ma la canzone viene esclusa perché eseguita prima al Premio Recanati. Bonolis però gli permette lo stesso di cantarla all’Ariston, fuori gara: sarà un clamoroso successo di vendite, inaspettato per una canzone su un tema serio (l’infanzia rubata, nelle zone di guerra ma non solo) e cantata da quello che all’epoca è uno sconosciuto trentatreenne. Il brano, con testo e musica dello stesso Povia, all’anagrafe Giuseppe Povia, diventa quasi il vincitore morale del festival.

Povia vince davvero l’anno seguente con Vorrei avere il becco, anche questa scritta totalmente da lui, in cui esalta il valore della fedeltà in amore, davvero in contrasto con il pensiero dominante e soprattutto con il tema principe della canzone italiana (un amore finito, lontano, impossibile, nella migliore delle ipotesi contrastato) e viene messo nel mirino dalla critica che lo vede vincere davanti ai Nomadi nel Festival condotto da Panariello.

I problemi di Povia con il giornalista ed il twittatore collettivo iniziano lì, continuano con la partecipazione al Family Day e aumentano esponenzialmente con il secondo posto sanremese del 2009: Luca era gay, nell’ultimo Festival condotto da Baudo, viene battuta soltanto da Marco Carta, ma criticata da tutto il mondo LGBT e dai media appecoronati, che concepiscono che un etero diventi gay ma non il percorso contrario. Un’altra canzone che però ricordano tutti, altro centro di uno dei pochi artisti che facciano discutere.

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