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Roma quinto Slam

Stefano Olivari 24/04/2024

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Roma può davvero diventare il quinto torneo dello Slam? Quella di Binaghi, alla presentazione della prossima edizione degli Internazionali d’Italia di Roma, dove umilmente saremo presenti, è stata una battuta con un fondo di verità. Perché questo è davvero il suo sogno al momento proibito e perché l’idea del quinto Slam non è nuova, né assurda, ed in tempi recenti ci hanno provato in tanti: la Cina, Tiriac a Madrid prima di mollarlo, Indian Wells, il Qatar. Non è evidentemente una questione di soldi, nel mondo ce li hanno in tanti ed il montepremi globale di un torneo dello Slam vale meno di un acquisto sbagliato del Chelsea.

Il punto è che dopo l’anarchia organizzativa degli anni Settanta e dei primi Ottanta e la quasi morte degli Australian Open alla fine degli anni Ottanta i tornei del Grande Slam hanno creato una tradizione e soprattutto un rapporto istituzionale con l’ITF, attraverso il Grand Slam Board. E la federazione internazionale ha la convenienza, prima di tutto a livello di immagine, nel dire che i tornei che contano in fin dei conti sono affiliati a lei e non ad ATP e WTA. Quanto ai singoli quattro tornei, non hanno alcun interesse a dividere in più parti la torta, in un calendario intasato. Qualificazioni comprese occupano già 3 mesi…

Insomma, ci sono barriere all’entrata molto alte ma niente è eterno ed in fondo negli anni Novanta sembrava fantarugby anche l’Italia nel Cinque Nazioni (la svolta nel 2000), per non dire di quattro squadre in Champions League (dal 1999, per le nazioni leader), del Mondiale a 48 squadre, della Vuelta in settembre, dei Mondiali di atletica biennali, eccetera. Certo una volta era tutto meglio, più bello, più vero, o forse eravamo soltanto più giovani noi.

Tutto lo sport va in direzione del gigantismo ed in fondo uno Slam in più non sarebbe troppo diverso per lunghezza da quanto ormai durano i Masters e WTA 1000. Senza contare un discorso di giustizia, a livello di superficie. I 3 Slam su 4 sull’erba fino al 1974 erano figli della loro epoca, così come i 2 su 4 sul cemento sono figli di quando gli Stati Uniti erano il paese leader del tennis, ma adesso la locomotiva del tennis è l’Europa. Su tutto c’è, come diciamo anche a chi difende ruderi o manifestazioni senza senso, che ai loro tempi le tradizioni sono state novità. Roma quinto Slam?

stefano@indiscreto.net

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