La Germania dell’ispettore Derrick

27 Marzo 2024 di Stefano Olivari

Con la morte di Fritz Wepper se ne va anche l’ultimo dei tre protagonisti dell’epopea dell‘Ispettore Derrick, per anni il nostro telefilm preferito, nonché uno dei pochi che si potessero guardare nell’Italia di fine anni Settanta. Nella Germania Occidentale le storie sul poliziotto di Monaco di Baviera esistevano dal 1974, da noi arrivarono nel gennaio 1979, all’inizio con un nome diverso (Nove casi per l’Ispettore Derrick), alle 20.40, ai tempi inizio della prima serata televisiva, sulla allora Rete 2.

Fu subito un successo clamoroso, che riguardò non soltanto il protagonista interpretato da Horst Tappert ma anche il suo assistente Harry Klein, appunto Wepper, unico insieme a Tappert a comparire in tutte le 281 puntate. L’ultima nel 1998, quindi si può dire che Derrick abbia accompagnato i migliori anni della vita di tanti di noi. Anche quelli di Wepper, che per motivi di età (lui del 1941, il suo principale del 1923) avrebbe avuto anche un dopo Derrick, da protagonista di serie come Un ciclone in convento e Omicidi nell’alta società. Senza dimenticare la strepitosa imitazione di Max Giusti, con Derrick fatto da Max Tortora e ed Eva Henger nei panni della signora Fottemberg (obbligatorio rivedere gli interrogatori di un simil-Gianni Togni).

Dicevamo dei tre protagonisti dell’epopea di Derrick. Il primo, il meno conosciuto, è il creatore della serie, Herbert Reinecker, durante il nazismo quasi un enfant prodige (era del 1914) del giornalismo tedesco, di propaganda e non. E come giornalista aveva accompagnato nel 1943 in Russia la Totenkopf (cioè Teschio), la divisione delle Waffen SS di cui faceva parte il più giovane Tappert. Lì in quel disastro (Tappert fu ferito gravemente e fu la sua salvezza) nacque e si cementò un’amicizia che dopo la guerra li avrebbe portati a lavorare insieme, con molti problemi per Reinecker, troppo famoso per potersi riciclare subito, e nessuno per Tappert fino al 2013, quando dopo la morte di entrambi vennero fuori anche per Tappert queste storie del passato.

Storie generazionali, visto che delle SS fece parte ad esempio anche un Günter Grass quasi bambino e che combatterono per la Germania anche persone lontanissime dal nazismo (non era questo il caso di Reinecker e Tappert, comunque), per arrivare a dire in una riga ciò che ci ha sempre colpito dei tedeschi dell’età di Wepper-Harry. Come è possibile che durante la guerra si pensasse ad avere figli e comunque un’idea di futuro? Una cosa che ci colpisce anche oggi, peraltro, vedendo le immagini da varie parti del mondo, alcune davvero senza speranza. La nostra mente malata ha sempre ammirato i genitori di Maier (classe 1943), Overath (1943), Grabowski (1944), oltre che ovviamente di Gerd Müller e Beckenbauer (1945). Jupp Heynckes è nato il 9 maggio 1945, il giorno della resa della Germania.

stefano@indiscreto.net

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