Rio 2016, sognando 25 medaglie

22 Luglio 2016 di Stefano Olivari

La decisione finale del CIO, IOC nel resto del mondo, sulla presenza dell’atletica russa ai Giochi di Rio cambierà poco, in ogni senso, nelle prospettive azzurre di medaglia e quindi con due settimane di anticipo sull’inizio della manifestazione vogliamo provare a quantificare ciò che porteremo a casa, ricordando che al di là dell’autoflagellazione e del calciocentrismo rimaniamo sulla carta una potenza dello sport mondiale. Prova ne è che raramente siamo usciti dalle prime dieci posizioni della classifica per numero di medaglie, nei Giochi Olimpici estivi: è accaduto soltanto a Stoccolma 1912, Messico 1968, Montreal 1976 e Barcellona 1992. A chi di default rimpiange sempre il passato ricordiamo che a Londra 2012 sono state vinte più del doppio delle medaglie di Montreal e in un mondo infinitamente più complesso (di sicuro con più nazioni). È però più che possibile che Rio sia la quinta della serie fuori dalle prime dieci, guardando allo stato di salute italiano. La scherma, soprattutto il fioretto femminile, rimane la nostra punta, a cui va affiancato il nuoto che insieme all’atletica è lo sport che più caratterizza i Giochi: quella degli sport acquatici è una delle federazioni meglio gestite d’Italia, con una nazionale forte sia a livello medio che come stelle (Pellegrini e Paltrinieri, ovviamente, ma anche Detti e Dotto), augurando a Tania Cagnotto quella medaglia olimpica (nel sincro, in coppia con la Dallapé) che strameriterebbe in chiusura di una grande carriera. Fra il bronzo e il quarto posto c’è un mondo e pochi come lei potrebbero spiegarlo. Nella pallanuoto, sia maschile che femminile, può accadere di tutto, ma con un ottimismo moderato si può dire che dai nostri sport di punta potrebbero uscire 10 medaglie in totale. Il resto va preso qua e là, con medaglie più da copertina (Clemente Russo, per dire, ma anche la ginnastica ritmica) e altre meno come tiro a volo e tiro a segno. Continua sul Guerin Sportivo. 

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