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Stefano Olivari 21/05/2013

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In un inserto di Repubblica siamo stati definiti ‘personalità della rete’ e già con questo potremmo chiudere il post. Siamo in purissima zona Balotelli-Time, per motivi finanziari e contrattuali fra l’altro abbiamo molti più titoli di SuperMario per essere definiti negri italiani. Ma comunque… insieme ad otto colleghi siamo stati scelti un mese fa per testare il servizio di Open Wifi messo in piedi dal comune di Milano con la collaborazione di MicrosoftNoi addirittura nella zona 1, cioè il centrissimo, che di solito raggiungiamo dopo nove (Bande Nere-Gambara-De Angeli-Wagner-Pagano-Conciliazione-Cadorna-Cairoli-Cordusio) fermate di metropolitana per arrivare nella ipertecnologica (fino a qualche mese fa nell’armadio comune troneggiava un telex: sarà uno di quelli ‘sòla’ di De Benedetti? Visto che il palazzo è del ministero dello Sviluppo Economico, dove è confluito il vecchio Poste e Telecomunicazioni…) sede di Indiscreto. La missione era di scrivere le cose ‘milanesi’ (comprendendo Inter, Milan, Olimpia, eccetera) che già scrivevamo ogni giorno su Twitter (@StefanoOlivari) per gli oltre 1.600 follower ma soprattutto per la nostra libidine personale, mettendo alla fine l’hashtag #explorami in modo da avere alla fine una specie di timeline milanese, con contributi di ognuno secondo i propri interessi. Una missione all’altezza delle nostre possibilità. Per farla breve, l’Open Wifi funziona? Insomma, siamo come Copenhagen, Amsterdam, Stoccolma, Saturno e tutto il mitico estero? La risposta è dopata. Non dai soldi (abbiamo ricevuto un compenso dalla società esterna che ha condotto il sondaggio, congelata l’IMU l’unico rapporto che abbiamo con il Comune rimane il pagamento della tassa sui rifiuti), ma dal fatto che esiste sul sito una mappa degli hotspot presenti in città, che ovviamente è stata la prima cosa che abbiamo guardato. In altre parole, raramente abbiamo provato a collegarci in vie che sapevamo non essere coperte dal servizio. Quindi la sorpresa nel trovarci connessi è sempre stata relativa. L’iscrizione presso il sito info.openwifimilano.it è facile, di fatto basta lasciare un numero di cellulare che funge anche da username e poi si riceve sul cellulare stesso la password. Complice il fatto che non lo usino in miliardi di persone nello stesso punto (comunque gli iscritti sono circa 70mila), il segnale è sempre buono e le limitazioni possono irritare solo lo smanettone che scarica diecimila film (che peraltro non guarderà mai). A questo proposito, bisogna parlare proprio del tetto al servizio: oltre i 300 MB scaricati si può navigare veloci per massimo un’ora, poi scaduta l’ora e fino a mezzanotte si viaggia a 192 KB al secondo. Ma a noi, che leggiamo solo i siti dei giornali e i blog di informazione, cosa ce ne importa? Se un fanatico di eMule vuole stare ore sotto la pioggia a scaricare tutte le puntate di CSI il problema è suo, non della connessione… Un bel servizio, in definitiva, oltretutto gratuito. Ma che al momento non ci libera dall’uso di chiavine varie, visto che le periferie sono coperte poco. E noi che abitiamo proprio sopra il deposito dei tram, quella di Eros Ramazzotti da metafora si è trasformata in realtà, a casa l’Open Wifi non ce l’abbiamo. Parlando solo della ‘nostra’ zona di competenza, è chiara la differenza fra piazza Duomo, per dire, e il Parco Sempione (dove comunque gli hotspot non mancano, bisogna solo posizionarsi bene) o i Giardini della Guastalla. Insomma, per stare al parco guardando su SkyGo il wrestling (o il calcio, che è la stessa cosa) bisogna avere la propria mattonella. Conclusione? Difficile nel prossimo futuro che Tim, Vodafone e Wind vendano tanti abbonamenti dati a Milano, appena la massa comincerà ad usare l’Open Wifi. Saranno però contenti i turisti e le persone di passaggio, oltre che i genitori di bambini sempre attaccati ai social network. Dovranno spendere soldi dallo psichiatra, ma la bolletta telefonica sarà più leggera. E noi? Mentre in mezzo a una piazza con il nostro iPad leggiamo di Balotelli, magari arriva da dietro Kabobo e ci piccona. Magari anche no, nel caso passeremo alla pagina successiva senza pagare.

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