Cinema

John Wick 4

Stefano Olivari 06/09/2023

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Uno dei pochi film recenti guardabili attualmente su Amazon Prime Video è John Wick 4, che però è inguardabile. Non è una battuta, è che rivendone le prime scene ci siamo annoiati come qualche mese fa al cinema e così abbiamo rinunciato a sprecare altre tre ore di vita. Diciamo questo dopo avere apprezzato tanto il primo episodio della saga ed abbastanza i sequel (anche quello con le apparizioni trash di Scamarcio e della Gerini), quindi con un pregiudizio positivo. Però il personaggio interpretato da un Keanu Reeves inespressivo come un Mastandrea o un Giallini qualunque non aveva più niente da dire ed infatti non lo ha detto.

Si riparte da John Wick, in fuga in mezzo mondo dai killer della Gran Tavola, e aiutato da pochi amici, con quasi tutti che pagano caro il loro aiuto. Fra questi coraggiosi amici c’è Winston (alla fine si capirà perché), direttore del Continental di New York, che ad un certo punto ha l’idea, sfruttando un regolamento cervellotico, di sfidare il marchese De Gramont, incaricato dalla Gran Tavola di fare di tutto per ammazzare Wick. Il duello è fissato a Parigi, davanti alla basilica di Sacré-Cœur (tutti noi servi della gleba ci siamo passati, per scattare foto iconiche), ma il marchese fa di tutto perché Wick non ci arrivi assoldando ogni genere di assassini. Avrete facilmente indovinato che il duello ci sarà, ma non spoileriamo il finale pur sconsigliando il film.

Oltre ad alcuni personaggi dei film precedenti, per lo meno i pochi non ammazzati da Wick o da altri, la figura più interessante di John Wick 4, è Caine il killer cieco in pensione che si muove meglio di un vedente ed affascina il protagonista. Fra l’altro il furbo marchese schiera proprio Caine al suo posto, sfruttando un’altra piega del regolamento, così che Wick sia doppiamente in difficoltà. Tutto è comunque tirato troppo in lungo, fra mille ammazzamenti e scene di azione indegne anche di Alex l’ariete, e per chi non è un critico cinematografico o si masturba con la bella fotografia la noia è davvero inaccettabile. L’assenza di una vera trama da punto di forza, quasi da cinema d’autore e comunque di gusto molto attuale, si è alla fine trasformata in zavorra. Lo stesso Reeves sembra stanco, non per l’età (59 anni) ma perché come Mancini o Neymar l’ha fatto per i soldi.

stefano@indiscreto.net

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