Tennis
Motivi per guardare Sabalenka-Kostyuk
Indiscreto 13/05/2025

Il secondo set fra Aryna Sabalenka e Marta Kostyuk ieri sera a Roma è stato il tennis più emozionante da noi visto nel 2025, un po’ per il livello tecnico estremo raggiunto dalla bielorussa e dall’ucraina e molto per come le due giocatrici si detestano. Un odio più della Kostyuk verso la Sabalenka, colpevole secondo lei di non essersi dissociata dall’invasione russa dell’Ucraina, e manifestatosi fisicamente nel 2023 con la mancata stretta di mano al Roland Garros dopo una partita stravinta dalla Sabalenka e con le battaglie, anche queste con urla in faccia e zero saluti, di quest’anno a Madrid e e appunto a Roma. Un clima che alla fine ha preso anche la bielorussa, sempre stata alla larga da prese di posizione politiche, che se non avesse dato il 100% contro questa Kostyuk avrebbe perso il secondo set e probabilmente anche la partita.
Ma non volevamo parlare del motivo per cui non abbiamo visto Atalanta-Roma, bensì delle ragioni per cui guardiamo o non guardiamo il tennis, e in definitiva tutto. Abbiamo detto tennis ma dovremmo dire sport: per seguirlo da spettatori ci vuole una spinta emotiva che ti può dare soltanto il tifo, chiamiamola anche soltanto simpatia, per qualcuno o contro qualcuno che in quel momento è in campo. Una simpatia che può anche cambiare nel tempo, basti pensare a come ci siamo rapportati a Connors o a Djokovic, prima giudicato quasi un intruso e poi un fratello: forse abbiamo già scritto di avere pianto al punto finale delle Olimpiadi di Parigi, con lui con la faccia sulla terra e tremante, se così fosse ci ripetiamo. Ma ci ricordiamo anche del dolore quasi fisico provato per Federer a Wimbledon 2019… Diversamente, senza tifo, ci si rompe i coglioni anche a guardare Borg-McEnroe o Federer-Nadal, per non dire Inter-Barcellona: non è un caso che il meglio di queste rivalità sia arrivato nell’epoca della contrapposizione, non in quella della condivisione da esteti della mutua, da insulsi storyteller, quando i tifosi dell’uno quasi tifavano anche per l’altro.
Noi pur ammiratori, in ogni senso, della Kostyuk, ieri sera tifavamo Sabalenka perché a russi e bielorussi si chiede ciò che non si chiederebbe mai a un italiano o a un arabo, a un francese o a un brasiliano, cioè di dissociarsi dai loro governanti. E spesso non basta nemmeno questo, come si vede nel caso di tanti israeliani… ammesso che poi ci sia qualcosa da cui dissociarsi. Insomma, la Sabalenka è stata tirata in mezzo e se normalmente simpatizzeremmo per la numero 27 WTA contro di lei, con la Kostyuk non è andata così. Ma la considerazione che, secondo noi, supera tutte le altre, è che senza una ragione sportiva o extrasportiva (politica, scommesse, figaggine, eccetera) che ci faccia preferire un atleta o una squadra lo sport è inguardabile. Per fortuna di queste ragioni ne abbiamo trovate sempre tantissime.
stefano@indiscreto.net