In the box
Lo stadio comincia a quarant’anni
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2007-04-26
Anche in Inghilterra ci si sta rendendo conto di essere arrivati ad un punto di non ritorno. I biglietti e gli abbonamenti per le partite dei vari campionati professionistici hanno raggiunto prezzi astronomici e quello che una volta veniva definito il “People’s Game”, si sta sempre più trasformando in un passatempo per la buona borghesia d’Oltremanica. Nei mesi scorsi la FSF (Football Supporters federation) è intervenuta sull’argomento, proponendo un congelamento di prezzi dei biglietti per i prossimi tre anni, partendo inizialmente dalla Premier League, cioè da quella Lega che al momento in Europa ha il maggior giro d’affari . L’intenzione della FSF è quella di creare un movimento a cascata, che in pochi anni andrebbe a favorire un abbassamento dei prezzi anche nelle altre divisioni inglesi. Infatti ad oggi questi prezzi folli sono una realtà anche per club sia di Championship che di League One dove, in alcuni stadi, il prezzo minimo di un tagliando non va sotto le 30 sterline. Qualche risposta dai club sta comunque arrivando. Infatti il Presidente dei Bolton Wanderers, Phil Gartside, ha promesso addirittura un abbassamento dei prezzi per il prossimo anno, colpito dai preoccupanti vuoti ben visibili al Reebok Park. Basta comunque seguire le partite di Premiership in tv e notare ad esempio che Blackburn e Middlesbrough non stanno meglio (i primi ad esempio quest’anno hanno concesso l’ingresso gratuito a tutti gli abbonati per la partita di Coppa Uefa contro il Bayer Leverkusen). L’iniziativa più curiosa finora è stata adottata dal Charlton Athletic. Gli Addicks sono in piena lotta per non retrocedere in Championship e tutti i tifosi che dimostreranno grande attaccamento alla squadra e che in questi giorni sottoscriveranno l’abbonamento per la stagione 2007/08 nel malaugurato caso che il Charlton retroceda a maggio verranno premiati con l’abbonamento gratuito per la stagione 2008/09. A patto però che l’anno prossimo la squadra londinese torni subito in Premiership…Un ragionamento un po’ complicato, ma comunque non si può dire che non si sia un fatto un atto di buona volontà. Ciò che sta preoccupando maggiormente la FSF però è l’innalzamento progressivo che si è avuto negli anni nell’età media di chi segue le partite di calcio. Infatti gli spettatori della Premiership hanno un’età media di 43 anni, solitamente benestanti e comunque con un buon lavoro e buone possibilità di spendere soldi per il tempo libero. E la generazione dei quindicenni o ventenni? In quasi tutti i posti del mondo è quella l’età nella quale i ragazzi cominciano ad essere indipendenti e ad andare alla stadio da soli. Con prezzi però dei biglietti fra le 25/30 sterline a partita questi giovani non riescono più ad essere presenti alle partite allo stadio e così o smettono di seguire il calcio oppure lo seguono in televisione, perdendosi però la passione, il coinvolgimento, la tensione e tutte le cose che è quasi banale spiegare. Nei primi anni Novanta, dopo le tragedie dell’Heysel, di Bradford e Hillsborough, fu approvato il progetto (o rapporto) Taylor obbligò le società professionistiche a ristrutturare o ricostruire i propri stadi (anche con ingenti aiuti da parte dello Stato) attenendosi a certi parametri. Da quel momento andare allo stadio è diventato più caro di anno in anno. Peccato che lo stesso “Taylor Report”, a volerlo leggere bene, raccomandasse di abbassare progressivamente i prezzi di biglietti e abbonamenti…
Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com