Attualità

Lo spirito dell’Eurovision

Paolo Morati 16/05/2020

article-post

Questa sera a Rotterdam avrebbe dovuto svolgersi la Grand Final dell’Eurovision Song Contest, con in gara per l’Italia Diodato e la sua Fai rumore. Invece, causa Covid-19, la manifestazione è stata da tempo cancellata e l’EBU (Eurovision Broadcasting Union) ha messo in piedi uno show televisivo che andrà in onda anche su Raiuno.

Intitolato Europe Shine a Light, con il commento affidato per l’Italia a Flavio Insinna e Federico Russo, lo show prevede una lunghissima serata che comincerà alle 20.35 e si chiuderà tre ore dopo comprendendo anche anteprime e code al programma curate direttamente dalla RAI. E a seguire una (quella sicuramente sì) immancabile puntata di Techetecheté dedicata appunto all’ESC.

Non essendoci la curiosità della gara ci chiediamo quanto il pubblico italiano riuscirà a seguire un programma del quale si sa ancora poco oltre al fatto che ci saranno i contributi dei 41 Paesi tra i quali appunto l’Italia con Diodato, che si esibirà dall’Arena di Verona, ovviamente vuota. Detto questo c’è una riflessione più ampia che si può fare in un momento in cui l’idea di Europa unita sta a tratti scricchiolando.

L’Eurovision Song Contest è di fatto una competizione dalla storia lunghissima, con la prima edizione del 1956 e soli sette Paesi partecipanti, Italia inclusa. Poi è diventato un evento sempre più ampio, con il moltiplicarsi delle nazioni in gara, l’allargamento a Est, periodiche defezioni (compresa quella italiana per diversi anni, due le nostre vittorie: Gigliola Cinquetti e Toto Cutugno) e infine l’invito all’Australia. Una grande festa, inizialmente molto cerimoniosa seguendo lo stile dell’epoca, poi via via andata a traino delle mode musicali (e variopinti abiti di scena) dei diversi decenni. Con alcune esibizioni entrate nella storia.

Nel frattempo i complottisti hanno periodicamente alimentato i sospetti delle alleanze geopolitiche, quelle dei Paesi nordici contro quelli del Sud, e così via, insomma gli stessi ragionamenti sulle rivalità manifestatesi in occasione della pandemia che stiamo ancora tutti vivendo, con il piccolo problema che non si parla di canzoni ma di economia. Detto questo, una manifestazione come l’Eurovision Song Contest, con tuti i possibili pregi e difetti, un minimo di spirito di gruppo è sempre riuscita a trasmetterlo. E di questi tempi non è poco.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Il Muro del 2025

    Lo spazio per commentare l’attualità extrasportiva senza bisogno di un post scritto superficialmente o fatto scrivera all’AI…

  • preview

    Lovati o De Rensis?

    Massimo Lovati o Antonio De Rensis? I due avvocati simbolo, fra i tanti, del caso Garlasco sintetizzano come pochi i pregi e i difetti dell’Uomo Indiscreto ed è per questo che li utlizziamo per un Di qua o di là nato assistendo al loro ennesimo confronto, ieri sera durante la trasmissione di Giletti (ma avrebbe […]

  • preview

    Nobel per la Pace a Trump?

    Donald Trump ha portato a scuola il giornalista collettivo, buona parte dei leader europei e degli occidentali che empatizzano con i nemici dell’Occidente, la quasi totalità della cosiddetta società civile, i nostalgici della bella politica di una volta: tutta gente che adesso sta impazzendo, in silenzio, per la temporanea pace in una terra che non […]