Attualità
Meno cattolici con Bergoglio
Indiscreto 22/04/2025

La morte di Papa Francesco ha scatenato un cordoglio a media unficati che non trova alcun riscontro nella realtà, piena di gente che a Pasquetta si strafogava di cibo, di tifosi incazzati per il rinvio di partite per cui avevano impegnato tempo e soldi, di persone che lo consideravano soltanto un leader politico. Turisti, tifosi e spettatori probabilmente cattolici per la statistica, considerazione che ci fa arrivare subito al punto: non esiste un criterio oggettivo per valutare l’operato di un Papa, ma è comunque interessante capire se sotto il suo pontificato i cattolici siano aumentati o diminuiti. Facendo la media tra varie fonti, dall’Annuario Pontificio al World Christian Database si può dire che nel 2013 i cattolici, o presunti tali (ma il ‘presunti’ vale anche per le altre religioni), fossero nel 2013, l’anno dell’elezione di Bergoglio, il 17,5 della popolazione mondiale e adesso invece siano circa il 17,7%. Ma sono veri cattolici o, come pare, sono tutti i battezzati?
Si può però dire che con il CEO Bergoglio l’azienda Chiesa Cattolica abbia, almeno per l’ufficialità. conservato la sua quota di mercato, in un quadro globale in cui il Cristianesimo è in declino costante: in questi 12 anni dal 33,5 al 32%. Da notare la distribuzione dei cattolici: il 47,8% nelle Americhe (ma con un fortissimo declino, circa 15 punti, in Sudamerica), il 20,4% in Europa, il 20% in Africa, l’11% in Asia, il resto in Oceania. Per questo tutte le certezze campanilistiche sul ritorno del Papa italiano, da Parolin a Pizzaballa, sono incomprensibili: certo Bergoglio può avere un successore italiano (fra i cardinali votanti 18 lo sono), ma la Chiesa sarà sempre meno eurocentrica anche perché le statistiche ancora nascondono la sostanziale indifferenza nei confronti di ogni religione. In Italia va a Messa il 18,8% della popolazione, controm il 36,4% di inizio millennio in un paese già con internet e tutto il resto.
Poi non si possono mescolare le parole e le azioni di Bergoglio con dinamiche demografiche che fanno prevedere entro il 2050 un mondo in cui l’Islam, ora in zona 24%, superi il cristianesimo messo insieme: in altre parole, il Papa appena deceduto è stato un bravo gestore, cercando in maniera ondivaga e spesso incoerente (ha compattato i conservatori ma non ha soddisfatto i progressisti) di tenere insieme la tradizione cattolica e lo spirito del tempo, ma non è cha abbia acceso o riacceso un fuoco, uno spirito di appartenenza, un’idea di futuro diversa da quello dell’essere un ente di beneficenza. Soprattutto non ha spiegato perché uno dovrebbe essere cattolico invece che, per dire, evangelico, buddista o induista. Se tutto è uguale perché dovremmo considerare le parole del Papa più di quelle di un altro? Applaudito da laici e atei, soprattutto giornalisti, Bergoglio ha tolto sacralità alla Chiesa e non ha fatto alcuna riforma epocale (esempio: il sacerdozio femminile, che sfonderebbe tutte le altre religioni) ma si è limitato a cercare buone critiche da occidentali che odiano l’Occidente o che giocano a fare i buoni. Un Papa da Fabio Fazio.
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