La Milva di Marinero

2 Settembre 2020 di Stefano Olivari

La memorabile Milva di Marinero, rivista qualche sera fa a Techetecheté su Rai 1, spiega meglio di mille saggi che cosa è il trash. Non qualcosa di livello basso, ma un’emulazione fallita o imperfetta: in questo senso, copiamo da Tommaso Labranca, è trash anche la Milva che canta Brecht. Mentre è centratissima ed emozionante la Milva grande interprete di canzoni popolari di qualità, come Milord, La filanda, Alexander Platz, Da troppo tempo, La rossa…

La Milva di Marinero, dunque. Cioè la Milva di metà anni Ottanta che per motivi inspiegabili, se non la presenza di discografici folli, si buttò improvvisamente su un pop misto ad elettronica, confinante con l’allora dominante Italodisco. Lo fece con autori super, come Totò Savio, Bigazzi e anche Raf, e con un album senz’altro ascoltabile come Corpo a corpo. Il problema fondamentale era che Milva, all’epoca 46 anni ed una storia notevole già alle spalle, si trovava totalmente fuori contesto.

Eppure fu mandata allo sbaraglio, fra ospitate estive e promozioni che avrebbero imbarazzato Den Harrow, con uno spettacolino involontariamente comico, insieme a due ballerini davvero da Italodisco. Detto questo, Marinero è nel suo genere una bellissima canzone ed anche in questa occasione, giocando in trasferta, Milva si dimostrò grandissima, con uno stile quasi alla Valerie Dore.

https://www.youtube.com/watch?v=4yjcjL2KLO4
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