I rapper di San Siro

19 Aprile 2022 di Stefano Olivari

I delinquenti delinquono. Un concetto semplice ma non del tutto chiaro, almeno fino a Pasqua 2022, ai quattro adolescenti veronesi che ieri sono stati rapinati sia dai giovani italo-maghrebini delle Case Aler di San Siro sia da un cinquantenne che in un bar di via Novara, sempre a Milano, si era offerto di aiutarli. La cosa che ha attirato la nostra attenzione, al di là del fatto che siano tutte ‘nostre’ vie percorse un milione di volte insieme al maestro Budrieri, è che i ragazzi fossero andati in trasferta per fare un selfie con alcuni rapper locali, evidentemente seguiti anche fuori Milano.

Chi per sbaglio ha ascoltato qualche canzone, canzone si fa per dire, di Neima Ezza, che di questi rapper Aler è indubbiamente il più famoso, sa che i temi sono sempre quelli: il degrado, l’esclusione, la droga, storie di piccoli spacciatori e rapinatori, eccetera. Realtà per fortuna molto lontane da quelle del 99% dei ragazzi italiani, anche di quelli di periferie che amano atteggiarsi a duri quando il loro reato più grave è stato piratare DAZN. Eppure questi rapper hanno successo anche fuori dal loro naturale bacino d’utenza.

Non è una cosa strana o disdicevole: anche un non californiano ha il diritto di apprezzare i Beach Boys, qualunque ragazza solitaria vorrebbe esprimersi come la prima Billie Eilish, le storie di Springsteen possono accadere ad una cameriera del New Jersey come ad una impiegata di Baranzate. Il punto è che, come diceva il miglior Ramazzotti, è più facile sognare che guardare in faccia la realtà. Vale per chi è costretto ad abitare nelle case Aler, come è intuitivo, ma vale anche per gli altri con un futuro da servo (con tanto di qualifica LinkedIn in inglesorum) più o meno di alto livello già scritto. Per fortuna i quattro piccoli fan se la sono cavata soltanto con un iPhone.

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