Teniamo basso il web

20 Aprile 2009 di Stefano Olivari

Con buona pace della Federazione Italiana Editori Giornali, sono usciti i risultati degli investimenti pubblicitari di Gennaio della più credibile Nielsen Media Research. Li sintetizziamo: a gennaio 2009 si è registrato un calo generalizzato della pubblicità sui media del 18,7% rispetto al gennaio dell’anno prima. Dei ventiquattro settori in cui è classificato il mercato solo due, Finanza-Assicurazioni ed Enti-Istituzioni, sono in crescita. E cosa vuol dire questo a casa nostra? Vuol dire che hanno continuato a buttare carbone nella fornace il solito Pantalone e chi aveva un’immagine rovinata da acquisizioni strampalate e crack allo stato latente. La televisione, considerando sia i canali generalisti che quelli satellitari, ha avuto una flessione sul mese del -15,7% ma al Tg5 non ci faranno di sicuro sopra un servizio (meglio la ricetta della porchetta alle castagne, da accompagnarsi ad un Grignolino). I risultati sarebbero stati anche peggiori se il settore Finanza-Assicurazioni non avesse investito nel settore caro al Premier uno spettacolare più 80,7% rispetto all’anno prima. La stampa ha invece incassato il 25,5% in meno da sponsor e affini: è in calo anche la pubblicità locale (meno 19,1%), vera architrave anche di quotidiani sedicenti nazionali che poi però non disdegnano i 200 euro della massaggiatrice thailandese (citofonare Laura). E la radio? Peggio che mai, meno 30,9%. Del resto come possono esistere mille radio tutte uguali, con la stessa musica e lo stesso cazzeggio prendendo spunto dalle brevi del Corsera? Il vituperato (almeno da noi) web cresce invece dell’1,8% trainato dalla ricerca per keyword: un risultato pazzesco, paragonato ai crolli degli altri mezzi. Ma tieniamola bassa alla cinese, questa roba da pedofili, anzi proibiamola in ufficio. Quindici anni fa sì che la gente lavorava.

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