Esercizi di ciclostile

Shanaze nel paese delle meraviglie

Stefano Olivari 06/06/2008

article-post

1. Milano. Alberto Contador ha vinto tre delle cinque gare a tappe alle quali ha partecipato, prima e dopo la sei giorni di Càdice. In ordine decrescente, d’importanza e di lunghezza: Giro d’Italia, Paesi Baschi, Castiglia e León. Alla Valenciana è arrivato sesto, al Murcia terzo. Di questo passo, è ormai alla sua portata pure un tris d’affermazioni molto ma molto più impegnativo, quello che mette in fila Tour de France 2007, Giro 2008 e Vuelta a España del settembre prossimo. Niente male per uno che ha quasi due anni meno del “giovane” Emanuele Sella. Il corridore c’è tutto, è veramente completo, è forte di testa come di gambe. “E l’atleta ha ancora qualche margine di miglioramento”, confida alla Settimana Sportiva il suo team manager Johan Bruyneel. Nella corsa rosa, senza preparazione specifica, è parso subito scattante fin da Agrigento e Pescocostanzo. Ha poi guadagnato contro il tempo e perso qualcosa nello spazio di pochi chilometri, verso Pampeago e Monte Pora. Ma nei tapponi successivi, sul Fedaia e sul Mortirolo, è sempre cresciuto. Diventerà un gigante?
2. La modestia di Riccardo Riccò – “Si dice sempre vinca il migliore. Ma questo Giro non lo vince il migliore” – è emersa tutta, e solo, nelle uniche vere cronometro individuali in programma al Giro: quelle di Urbino e Milano, di loro neanche piatte (la prima) o lunghe (la seconda). In 67,9 Km totali, addirittura 3’49” complessivi, hanno infine distanziato il Saunier Duval-Scott ‘dall’ultimo dei peggiori’, per dirla con il primo degli sconfitti. Alla media perdente di più di 3″ al Km. Così che oltre a non essere un serpente – insegnava la magnifica Rettore – si apprende in seguito che il Cobra non è neanche un drago, nella specialità che da sempre e comunque fa una bella differenza, nell’economia di una grande corsa a tappe. Oggi il povero Riccò ancora se la vedrebbe molto brutta, per esempio in un 95° Tour de France che lascia 82,5 Km di contre-la-montre, e all’Aso si sono trattenuti. Da domani, presto, l’esplosivo corridore che ha già acceso una Sanremo e un Lombardia, potrebbe fare il botto anzitutto nelle classiche. E dopodomani, galleria del vento fino a tardi.
3. Che lavoro fa il commissario tecnico della Nazionale di ciclismo, 364 giorni l’anno? E il selezionatore dell’Italia olimpica della strada, perlomeno dal 15/8/2004? Per esempio, prende nota. Al nome del campione uscente ne restano da aggiungere diversi altri, nelle liste per Varese e per Pechino. Ai Cinque cerchi, cinque nazionali (cronoman compreso). Franco Ballerini intende fare quadrato attorno all’oro di Atene, convocando almeno due gregari: Bruseghin, più uno tra Bosisio e Visconti. Favorito il primo. Altri appunti sparsi, dentro e fuori dal Giro. Lo stesso Paolo Bettini ha salutato senza vincere. Addio o arrivederci? Non ci sono state tappe più spettacolari di quelle del Fedaia e del Monte Pora. Non le più seguite in tv, peraltro. A proposito, lo share medio ha tenuto (20,7% agli arrivi, punta del 42%). Sul Mortirolo molto meno pubblico del previsto. Daniele Bennati è andato fortissimo anche nei percorsi misti e nell’ultima cronometro, quella strameritata da Marco Pinotti (in assenza di vento, per tutti). La “delusione” Vincenzo Nibali solo 11°, a 20’14”. Nel 2007, 19° a 31’42”.
4. Manuel De Vecchi ancora non andava in triciclo quando nei cinema di mezzo mondo “ET L’extraterrestre” (Usa 1982) sdoganava il bmx. Ventisei anni dopo, il rider veronese telefona a casa da Taiyuan, dai Mondiali cinesi prove generali – e di qualificazione – per le prossime Olimpiadi: pronto per i Giochi, a risentirci il 20-21/8. La specialità esordisce a Pechino mettendo in palio due sole medaglie, in pratica la metà di quelle distribuite lo scorso week-end, tra Standard e Cruiser. Ma sarà certo Shanaze Reade l’Élite più in vista a Laoshan, sul tracciato di 350 m disegnato da Tom Ritzenthaler, e predisposto su un’area attigua sia al velodromo sia al percorso di Mtb. La diciannovenne del Creshire (sì, la contea del gatto delle meraviglie che ispirò Lewis Carroll) ha incantato già a marzo, agli Iridati della pista di Manchester. Oro con la Pendleton nella velocità a squadre, bissando quello di Mallorca 2007. E adesso contro Ann-Caroline Chausson arriva il terzo titolo in tre anni, con le ruote piccole. Grande tecnica individuale, l’inglese. Mentre la Francia progredisce di squadra.

Francesco Vergani
francescovergani@yahoo.it

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Ballando per un corner

    di Dominique Antognoni Ovunque l’ipocrisia impera, ma quando si tratta delle nazionali si supera il livello già altissimo di altri settori. Intanto nessuno ancora ci ha spiegato perchè sia obbligatorio presentarsi: se l’onore fosse davvero così grande uno dovrebbe rispondere alle convocazioni scattando, senza bisogno di imposizioni. Non é più obbligatorio nemmeno fare il servizio […]

  • preview

    Il sonno dell’ingiusto

    1. No, non può far testo una Japan Cup del 26/10, 151,3 km di cortezza, 64 iscritti di numero (59 partenti, in 55 all’arrivo). Però la stessa può fare sensazione, e anche al di là del suo scontatissimo risultato finale. Poteva forse uscire dai dieci, il capitano di una delle due formazioni più forti del […]

  • preview

    Audace colpo del solito noto

    1. Como. Rispettati pronostico, pubblico, patron dei laminati d’acciaio prerivestiti. Damiano Cunego è uno di parola. Ha vinto tre degli ultimi cinque Lombardia ridisegnati intorno al lago, tracciati con Ghisallo, Civiglio e San Fermo della Battaglia negli ultimi 60, vorticosi km. In uno ha regolato allo sprint Michael Boogerd, Ivan Basso e Cadel Evans. In […]