Resta solo Pianigiani

14 Novembre 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
1.
Settimana della pazienza dedicata alle ferite, a chi ti consola, a chi sapeva che saresti uscito vivo dalla lotta coi chirurghi, ad Ettore Messina che non le ha mandate a dire al presidente federale Meneghin che soltanto per questo dovrebbe almeno reagire. Serve tutto per guardare oltre il fiume dell’odio e dell’ovvio, adesso che ci fanno sapere come il problema Recalcati sarà risolto senza andare in tribunale, non sembra il momento ricordano gli amici di Sales che diede tutto se stesso alla federazione e poi venne massacrato. In questo caso nessuno vuole il male dell’altro, ma i soldi in ballo sono tanti e i candidati ad Azzurra Tenera sempre meno: D’Antoni sta pigliando legnate ogni due giorni ed è tanto se arriverà a fine stagione coi Knicks; Repesa ha chiuso con la Croazia, ma costa tantissimo e poi sentiamo già il coro di chi, indignato, urla che l’Italia deve essere allenata da un italiano, pazienza se ci sono stati stranieri da noi, cominciando da Tanjevic e Peterson, che ci hanno regalato cose che altri, cresciuti in casa, non si sono mai sognati di donare al movimento.
2. Insomma resta soltanto Pianigiani, e dire soltanto è un sacrilegio. Vediamo come risolverà il problema Siena che fa bene ad indignarsi se al Coni straparlano e il presidente Petrucci dice in giro che tiferà per Roma e Treviso. Non riusciamo a credere a tutte queste dichiarazioni che s’infilano bene nella collana di questa giornata del campionato che è un po’ come il gioco dell’oca: se perdi, dicono a Cantù, Varese, Milano, Bologna, la stessa Siena impegnata a Biella, puoi tornare alla casella di partenza. Se perdi, però, ma nessuno sembra pronto allo schiaffo, meglio, tutti sono preparati a tirare calci pur di uscire vincitori. Vedremo, ma certo è curioso seguire la teoria di certe dichiarazioni e poi vedere le squadre che mettono in pratica il contrario. Il bello delle vigilie.
3. Siamo entusiasti del poliglotta Trinchieri che non ha rimpianti per il passato Olimpia, con questi dirigenti in pratica nessuno può averne, anche perché questi foresti permalosi e saccenti non sanno neppure che un tempo sei passato dai loro giardini. Lui dice che gli bastano cinque uomini tripallici per andare a vincere sul campo del Forum dove l’anno scorso Cantù prese un colpo d’incontro che fece malissimo: ora sembra che siano più tosti, più duri dentro, gente che morsica. Ci sembra bella la dichiarazione di Livio Proli, l’uomo Armani che fa sapere alla grande città che dopo ci potrebbe essere il slolito diluvio, che non pensa di dover chiedere scusa alla gente perché questa squadra gli piace e questo Finley, dice lui e se lo dice lui non mettetevi sull’attenti, ma non mettetevi neppure a ridere, è il miglior regista degli ultimi dieci anni per quelle che erano scarpette rosse: contro Cantù sarà strage. Lo dice sempre lui e guai contraddirlo.
4. Entusiasmante l’entusiasmo del Pillastrini che non ha rancore verso la Virtus che va atrovarlo a Varese, interessante la discesa senza bastoncini di Lino Lardo verso Masnago dove la sua Virtus rischia davvero di perdere tante caselle nel gioco dei presidenti e con Sabatini questo diventa sempre pericoloso, soprattutto adesso che ha deciso di tornare in Lega per fare battaglia, ora che ha proposto lui Avellino come sede della coppa Italia: non comoda, ma intrigante, così scopriremo davvero come finirà il campionato Napoli che continua a prendere giocatori, anche se, economicamente non c’è il benessere, un po’ come la storia degli inceneritori.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)

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