Lucescu a San Siro

15 Aprile 2013 di Dominique Antognoni

Ieri pomeriggio Massimo Moratti non ha trovato un buon motivo per chiamare Mircea Lucescu. Anzi, ci è rimasto male quando ha visto che il Metalist Charkiv ha vinto in trasferta 4-1: fosse finita in parità allora lo Shakthar sarebbe diventato campione d’Ucraina e il patron nerazzurro (non sappiamo ancora per quanto) avrebbe telefonato per congratularsi. Una bella scusa per poi ripetere quello che in pratica gli chiede da tre mesi, ovvero di salire sull’aereo e di prendere le redini dell’Inter. L’avevamo già scritto, ma ci ripetiamo: del resto l’editore di Indiscreto non paga (in questo senso è come gli editori dei giornali veri) e quindi possiamo copiare almeno da noi stessi. Il giorno dopo Inter-Bologna 0-1 Moratti lo aveva chiamato più deciso che mai: “Vieni stasera, ti do l’Inter fino alla fine della stagione e altri due anni”. Il buon Mircea, che non aveva firmato il rinnovo con lo Shakthar e che secondo la stampa francese stava per traslocare al Psg (dove tuttora non sanno chi sarà l’allenatore del prossimo anno, al di là del contratto di Ancelotti), ha convocato a colazione i suoi due fidatissimi preparatori atletici, oltre che consiglieri, Carlo Nicolini e Massimo Ugolini. Entusiasta, ha raccontato ai due collaboratori italiani dell’offerta ed è rimasto sorpreso e deluso ascoltando le loro risposte. Di questo tenore: “Mircea, non andiamo da nessuna parte. I giocatori non sono preparati atleticamente, non corrono, se andiamo adesso all’Inter facciamo di sicuro una pessima figura. Non è un problema di di valore dei giocatori, non è che si chiede di vincere lo scudetto, ma di condizione scadente”. Così Lucescu ha richiamato Moratti, ringraziando e declinando l’invito, lasciando incredulo quello che gli intimi chiamano “il presi”. Poi quello che è successo lo si sa: l’Inter sfiora l’impresa contro il Tottenham, Moratti non se la sente di abbandonare Stramaccioni e gli rinnova la fiducia. Per ripicca, o per la rabbia, Lucescu firma per altri due anni con lo Shakthar. Tutto finito? No, perché l’Inter poi perde ancora e il patron richiama il rumeno con cui dopo l’infausta mezza stagione di 14 anni fa ha sempre mantenuto i contatti: “Vieni, mi sono sbagliato con Stramaccioni, non sa dove mettere le mani e io non so più cosa fare. Vieni, ti prego”. Non escludiamo che Moratti abbia fatto la stessa telefonata ad altri allenatori, è probabile ma non lo sappiamo e quindi possiamo evitare di spararla così per dire. Quello che sappiamo è che Lucescu verrebbe a piedi per mille motivi, pur prendendo metà di quello che incassa in Ucraina (e comunque ha messo da parte una sessantina di milioni, da quando è andato a Donetsk). Non per la solita idiozia del tifo per una determinata squadra, a cui ormai credono sempre meno persone (come si evince dalle vendite di certi giornali), ma perché in questi anni Lucescu ha sempre parlato con gli amici di come sia stato sottovalutato in Europa e in particolare in Italia. Mircea, che come tutti i professionisti tifa per sé stesso, sa che a 68 anni non avrà altre occasioni per dimostrare all’Italia che è un grande allenatore, non solo uno buono per il Brescia. Insomma, forte del suo conto in banca ci sta pensando. Anche se dover badare a uno che ha la sua età, oltre che ai giocatori, sembra una scommessa davvero azzardata. Per la casa nessuno problema: a fine anni Novanta la affittò da Raimondo Vianello, adesso con la crisi imperante troverà qualcun altro. Non conosciamo le posizioni degli altri candidati, se ce ne sono, ma di sicuro comunque vada in Coppa Italia per Stramaccioni siamo agli sgoccioli. Senza colpe specifiche se non quella di avere accettato tutto.

Dominique Antognoni (in esclusiva per Indiscreto)

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