L’insuperabile Montezemolo

15 Aprile 2009 di Stefano Olivari

La lettera di Obama a Blatter, il cui contenuto è stato rivelato dal New York Times, è interessante non solo per la scontata azione di lobbying in favore di un Mondiale a casa propria: in fondo tutti vogliono le edizioni 2018 e 2022, che a dicembre dell’anno prossimo verranno assegnate in un colpo solo con una logica un po’ da Faraone. Nel messaggio il presidente degli Stati Uniti, oltre a citare scontati ricordi sportivi d’infanzia (tutti, noi compresi, hanno fatto tutto), definisce il calcio ”Il vero sport mondiale”. Detta da un tiepido appassionato (ad Upton Park, ad una partita del West Ham, l’unico approccio con il calcio professionistico) e da un politico americano, non un’affermazione da poco. Forti dei nostri ridicoli sceicchi in Europa deridiamo la MLS, ma dimentichiamo che nella fascia di età 9-13 il calcio è lo sport più praticato negli USA e che soprattutto è lo sport più praticato dalle ragazze. Insomma, la Premier League è in Inghilterra ma c’è una base culturale che permette di riempire gli stadi quando ci sono le grandi manifestazioni per nazionali: cosa che non è riuscita al Montezemolo di Italia Novanta, per citare un classico esempio negativo. E poi, se proprio vogliamo stare sulla MLS, la sua media di spettatori a partita nel 2008 è stata di 16.459: quella della Juventus nella stagione in corso è, per dire, sui 22mila, quindi non siamo su pianeti differenti. Per questo qualche buona carta per vincere la concorrenza di Australia, Inghilterra, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Corea del Sud (solo 2022) Belgio-Olanda, Qatar (solo 2022) e Spagna-Portogallo gli USA ce l’hanno. Comunque Pelè non è stato davvero grande perché non ha giocato in Italia. Cosa davvero scritta, come davvero detta (dal team manager Antonio Tempestilli, circa un mese fa), che ”In Iran ci sono molti tifosi della Roma”. Viene da chiedersi come mai il Mondiale non si giochi sempre in Italia.

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