La Russa, Ramelli, Fausto e Iaio

13 Ottobre 2022 di Stefano Olivari

Ignazio La Russa è stato eletto presidente del Senato con 116 voti tra Fratelli d’Italia, Lega e altri senatori, ma certo non Forza Italia inteso come partito. Una clamorosa sconfitta per Berlusconi, in condizioni fisiche e mentali precarie. Una vittoria amara per la Meloni, che certo non può governare a lungo trovando la maggioranza voto per voto. Un altro colpo di Renzi, che non ha più voti ma che anche se non è stato lui regista dell’operazione è stato bravo a farlo credere. Magari ci sono anche franchi tiratori del PD e cani sciolti.

Al di là dell’attualità e dei retroscena, con tanto di VAR della votazione, come se non si potesse scrivere velocemente un nome corto, ci ha colpito il discorso ecumenico di La Russa, citando nomi che agli Under 50 dicono pochissimo, anche senza riprendere il discorso Fedez-Strehler: Sergio Ramelli, Fausto e Iaio, Luigi Calabresi. Quanti anni passati a parlarne…  “Mi inchino a loro”, ha detto La Russa”. Forse Calabresi ha mediaticamente vissuto di più, per merito (se così si può dire) della visibilità di Sofri, condannato come mandante del suo omicidio ma idolo di giornalisti anche di destra, oltre che ovviamente della famiglia Calabresi. Ma gli altri?

L’idea di La Russa, un po’ jovanottesco-veltroniana, era quella di mettere insieme due crimini di destra e due di sinistra, di ambiente milanese anni Settanta, per mandare un messaggio del genere ‘Sono il presidente di tutti’. Una sciocchezza da memoria condivisa, secondo noi: che cosa vuole dire? Dopo il 2-2 si giocano i supplementari? Però se Ramelli fu ucciso da militanti di Avanguardia Operaia e Calabresi da altri di Lotta Continua, l’uccisione dei diciannovenni Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci) non  è mai stata davvero chiarita.

Certo erano di sinistra e frequentavano il Leoncavallo, ma nessun estremista di destra è mai stato condannato per questo crimine e anzi nel corso del tempo hanno preso credibilità piste concrete (i due ragazzi stavano indagando sullo spaccio di droga nella zona) ed altre fantapolitiche (Tinelli abitava vicino a via Montenevoso ed i servizi segreti ovviamente deviati avrebbero mandato, uccidendolo, un messaggio alle BR). Mistero, e dopo 44 anni dubitiamo che venga risolto.

In sintesi: non si sa chi abbia ucciso Fausto e Iaio mentre esistono altri omicidi con autori di estrema destra certificati, per dirne uno milanese il primo che ci viene in mente è quello di Alberto Brasili. In ogni caso troviamo sbagliata l’equiparazione dei morti ad uso del presente, ogni storia è diversa e non va dimenticata. Poi bisogna andare avanti. Quanto alla contabilità, sul tema sono stati scritti libri serissimi, alcuni li abbiamo addirittura letti, e non vogliamo banalizzare: certo se davvero venisse resa nota la memoria non sarebbe più così condivisa.

stefano@indiscreto.net

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