Storia

Italia senza Berlusconi

Stefano Olivari 26/01/2024

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Come sarebbe stata l’Italia senza Silvio Berlusconi? O meglio, come sarebbe stata l’Italia senza il Berlusconi politico? Da appassionati di storia controfattuale da bar ce lo chiediamo nel giorno del trentennale del discorso della discesa in campo, già decisa l’estate prima e comunicata a chi di dovere (anche ad Agnelli) ma comunque accelerata per il precipitare della situazione politica, dopo il clamoroso errore di calcolo fatto prima sostenendo Mani Pulite alla Funari e poi attaccandola alla Sgarbi. In ogni caso alle Politiche del 27 e 28 marzo 1994 il Polo della Libertà prese alla Camera il 42,85% contro il 34,34% dei Progressisti ed il centrista 15,75% del dimenticato Patto per l’Italia, formato dal PPI di Martinazzoli e dal Patto Segni.

Ma se Berlusconi non fosse sceso in campo in prima persona? Del resto anche molti collaboratori, anche quelli che volevano il suo bene (tipo Confalonieri). erano convinti che la politica fatta attraverso Forza Italia avrebbe portato solo grane e che per la Fininvest sarebbe stato meglio continuare a farla sostenendo questo e quello con la forza d’urto delle televisioni. Non si può dire che avessero torto, con il senno di poi, ma certo non sappiamo come sarebbe finita per Berlusconi, per le sue televisioni e per l’Italia senza quella scelta, ufficializzata dal famoso discorso della calza di nylon, “L’Italia è il paese che amo”.

Il nostro sondaggio è schematico, ma gli scenari possibili erano davvero tanti. Secondo noi se Berlusconi non fosse sceso in campo avrebbe invece fatto il botto l’alleanza centrista, che avrebbe preso almeno metà del 21,01% di Forza Italia (primo partito italiano davanti al PDS) e magari anche qualcosa da AN (13,47%) e dalla Lega Nord (8,36%) secondo la logica del voto utile. Da ricordare infatti che si votava con il Mattarellum (proprio dal Mattarella che anche i più giovani conoscono), cioè con il 75% dei seggi assegnati in collegi con il maggioritario a turno unico. Una legge che favoriva i partiti strutturati contro gli outsider. E di partito strutturato ne era rimasto soltanto uno…

Quindi Progressisti a dominare nei collegi maggioritari, dove avrebbero quasi sempre battuto il candidato centrista, anche se rafforzato dall’assenza di Forza Italia, e a maggior ragione la destra, quindi facilmente oltre il 50% dei seggi. Scalfaro avrebbe dato a Occhetto l’incarico di formare un governo, che sarebbe stato portato a termine coinvolgendo qualche ex democristiano di sinistra. Sarebbe stata la fine della indebitatissima Fininvest intesa come televisioni, nella migliore delle ipotesi avrebbero tolto a Berlusconi un canale e in quella realistica due. Il resto lo avrebbe fatto la magistratura. Risultato finale: trent’anni di governo della sinistra, con varie gradazioni, con grande successo di AN ma sempre rimanendo fuori dai giochi ed una Lega divisa fra comprabili e indipendentisti alla basca. E quindi? Berlusconi ha fatto prima di tutto i suoi interessi, ma crediamo anche un po’ i nostri. Il nostro Fatherland dei poverissimi potrebbe concludersi così: meno male che Silvio c’era.

stefano@indiscreto.net

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