Esperimenti da provinciali

18 Gennaio 2010 di Federico De Carolis

di Federico De Carolis
Gli errori estivi della Juventus, la difesa di Cannavaro, l’esaltazione di Ranieri, l’inutilità di Hiddink e la scommessa sul futuro.

1. ll destino della Juve si è concluso. Addio scudetto, si lotta, adesso per un posto in Champions. Non è Ferrara il colpevole, così come non lo era l’anno scorso Ranieri, che si sta prendendo la sua brava rivincita a Roma. La Juventus assemblata in estate, non solo in questa estate ma anche negli anni precedenti, è nata male e si sta comportando peggio. Non c’è una strategia di successo, non c’è una organizzazione per il successo. C’è e c’è stata finora solo una grande improvvisazione insieme alla contestazione dei tifosi. Queste cose, proprio su questo sito, le avevamo dette in tempi non sospetti quando la squadra veleggiava nelle prime posizioni della classifica con il vento in poppa.
2. Il tema di base è che non si può improvvisare un direttore sportivo affidandogli una responsabilità che non può sopportare vuoi per la mancanza di esperienza, vuoi per la giovane età. Gli esperimenti di questo tipo vanno bene per squadre di livello inferiore. Alessio Secco forse in pectore è un grande ds, ma avrebbero dovuto mandarlo in qualche altra squadra per fare esperimenti. I consigli poi sul ritorno di Cannavaro non è che siano stati proprio eccellenti. Ma pensate proprio che il Real si sarebbe disfatto a cuor leggero del principe dei difensori se non fosse entrato nell’ordine di idee che l’età è un ostacolo insormontabile? Se si vuole infatti analizzare la situazione generale della Juve non si può non convenire che proprio la difesa è uno dei reparti maggiormente indiziato. Sì perché quando la Juve perde o non può fare eccessivo affidamento su un uomo come Cannavaro, si ritrova senza una leadership difensiva con tutto quel che ne deriva.
3. Adesso sono in molti a magnificare le ritrovate qualità di Ranieri, ma il tecnico romano si è trovato nelle stesse condizioni di Ferrara, neppure un anno fa. Cambiando gli allenatori in definitiva i risultati non cambiano o cambiano poco. Né ci sembra che gli interventi riparatori che solitamente cadono in questi giorni possano offrire la possibilità di risolvere la situazione. Sul mercato non ci sono in questo momento giocatori affidabili che possano cambiare la stagione della Juve. Né può essere decisivo Del Piero, osannato per la prova contro il Napoli ma che ha finito per perdersi a Verona insieme a tutti i compagni dando vita alla partita più brutta nella storia della Juve. Si dice sempre così, di fronte a risultati negativi e consecutivi e quando si pensa dui aver toccato il fondo, ma non siamo molto lontani dal vero.
4. Cosa dovrebbe fare adesso la dirigenza juventina? Mettere in conto persino una eventuale mancata qualificazione alla Champions, ma preparare per tempo il riscatto che dovrà avvenire nella prossima stagione anche se non sta scritto da nessuna parte che dopo l’inferno dei giorni attuali possa esserci una ripresa. Si può sperare, in definitiva, ma comunque bisogna preparare la strada per il futuro. Il ritorno di Bettega ha rappresentato il primo passo verso un assetto migliore dell’attuale. Non per nulla Ferrara è rimasto al proprio posto perché l’ex braccio destro del Dottore ha capito benissimo che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Hiddink avrebbe potuto dare una grossa scossa, ma forse non valeva la pena spendere una cifra enorme per fargli guidare un gruppo che avrebbe limiti con qualunque allenatore. Certo, se Ferrara dovesse perdere due partite di fila allora il problema apparirebbe molto immediato. Ma finchè le cose vanno così, stando in una mediocrità che non è sicuramente da Juve ma che capita anche nelle migliori famiglie, non appare logico cambiare. E neppure tentare di tamponare le deficienze emerse anche a causa degli infortuni appare logico.
5. Paolucci non è un fuoriclasse capace di segnare 20 gol a stagione (non è comunque costato nulla e ha la possibilità di dimostrare il suo valore) né in giro se ne vedono di superiori a lui, almeno in Italia ma soprattutto in vendita. E’ vero che l’Inter s’è presa Pandev e è ancora attiva sul mercato ma è al primo posto in classifica e con il Chelsea si gioca buona parte della Champions. Moratti, al di là delle critiche, sa benissimo quel che occorre alla sua squadra e al suo tecnico e meglio ancora lo sa Branca che ha potuto imparare bene il mestiere stando al fianco di Oriali. La Juventus voleva tutto e in fretta, come chiedevano i suoi tifosi. Che bisogna sì ascoltare, ma tenere anche a debita distanza quando è necessario. Concludendo: i bianconeri devono trovare la forza di reazione in se stessi sperando che tornino presto i Sissoko, i Trezeguet e gli altri che non frequentano da troppo tempo i terreni di gioco, ma soprattutto deve preparare sin da ora il futuro, un futuro che si apre sempre a grandi incognite fino a quando il calcio non diventerà una scienza esatta.
Federico De Carolis
(in esclusiva per Indiscreto)

Share this article