Diciassette motivi per non leggere Severgnini

20 Luglio 2009 di Stefano Olivari

Non sono ancora spenti gli echi degli articoli degli improvvisati ragionieri Cepu-Milan (sintesi: Kakà è un mercenario e il bilancio è importante, pazienza se il giocatore al Real guadagnerà quasi come a Milano e quasi tutti i 23 esercizi berlusconiani sono stati chiusi in rosso senza contare le decine di miliardi di pagamenti in nero accertati), che già stanno partendo quelli interisti. Qualche caporedattore illuminato dà spazio al British Open di golf o al Tour de France, ma in generale noi campiamo grazie alle tre squadre del 75% e non dobbiamo dimenticarcelo mai. Il prestigioso ruolo di ‘giornalista sportivo’ anche stamattina ci ha permesso di inventarci esperti sul caso Ibrahimovic regalando certezze a semisconosciuti, ma non al punto di compilare un decalogo o addirittura un editoriale-sbobba in 17 punti (”Ibra, 17 ragioni per dirgli addio”) per spiegare sulla prima pagina del primo quotidiano italiano perchè in fondo la cessione dello svedese sia per i tifosi interisti accettabile se non addirittura auspicabile. L’intento dell’articolo era ironico, il motivo della sua ridicola presenza chiaro: non sia mai che l’interista medio (che non legge il Messaggero, Le Monde o Grand Hotel: l’ufficio stampa deve quindi solo presidiare Corsera, Gazzetta e qualche tivù) cominci a pensare che in fondo Giampaolo Pozzo vale come competenza dieci Moratti e che la differenza sia solo nel bacino di utenza e nelle opportunità che Milano mette a disposizione. Lo sciocco e disonesto calcio dalle spese no limits, che anche un grande come Platini culturalmente accetta (i bilanci a posto li può avere chiunque, con i soldi di Provenzano, dello sceicco o dei narcos), ha un rovescio della medaglia: quando non spendi più diventi come gli altri. Anche se i media continuano a combattere per te. Ragazzo immaturo con la moglie fanatica anti-Satana (cose che si scrivono solo adesso: fino a ieri era una grande organizzatrice di eventi, roba che nemmeno Don King) e slavo mercenario, voi passate ma i proprietari restano.

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