Comune di Sanremo, un terzo di inutili

26 Ottobre 2015 di Stefano Olivari

La vicenda degli assenteisti di Sanremo, intesa come Comune, può stupire soltanto chi non abbia mai avuto a che fare con uffici pubblici e non abbia perso giornate di lavoro per un ‘il dottore è fuori ufficio’ quasi mai motivato. Quantificando: la Procura di Imperia ha disposto l’arresto per truffa ai danni dello Stato di 35 dipendenti sanremesi e ne ha denunciati a piede libero altri 71 dopo due anni di indagini sui loro comportamenti in orario di lavoro. Non solo: ma altri 82 dipendenti comunali sono stati colti a compiere reati di minore gravità ma comunque associabili all’assenteismo. In totale quindi 188 persone, sulle 272 controllate, per una percentuale del 69,1%. In totale il Comune di Sanremo ha 528 dipendenti, ma non vogliamo spalmare sui non controllati la percentuale di truffatori che c’è fra i 272 controllati anche se il campione è abbastanza significativo. Mettiamo che gli altri siano tutti onesti, oltre che ciechi: 188 su 528 è il 35,6%. Anche senza fare discorsi penali o indulgere in particolari da ‘Ah signora mia, la casta’, tipo il premio di produzione (ma produzione di cosa?), il punto della vicenda è secondo noi che il Comune di Sanremo negli ultimi anni è andato avanti con nemmeno due terzi dell’organico, ad essere generosi. Sanremo ha poco più di 55mila abitanti, il che significa un impiegato comunale ogni cento abitanti. Rapportando tutto all’Italia, con lo stesso metro avremmo 600.000 impiegati comunali: tanti o pochi? Ma tornando alla statistica, un terzo degli impiegati pubblici sarebbe da licenziare dalla sera alla mattina, non ci sarebbe nemmeno bisogno di leggi speciali ma soltanto della volontà politica di colpire i comportamenti fraudolenti. Per la cronaca, il sindaco da cui è partita la segnalazione alla Procura (Zoccarato) era di Forza Italia, quello attuale (Biancheri) è di una lista di centro non meglio specificata: nei comuni la passione per il centrismo è, per motivi evidenti, più viva che nella politica nazionale. Chi ha derubricato a boutade elettorale la proposta grillina del reddito di cittadinanza, magari gli stessi che esultavano per gli 80 euro alla Achille Lauro (ma il Comandante usava soldi suoi), non si rende conto che in Italia il reddito di cittadinanza esiste già e costa allo Stato molto di più di 780 euro al mese (un terzo del lordo di uno degli impiegati assenteisti). Senza contare il fatto che potendo davvero licenziare si toglierebbe al posto pubblico il ruolo di merce di scambio elettorale, di favore paramafioso che ti sistema per sempre.

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