Ci rimane Cunego

9 Aprile 2009 di Stefano Olivari

”C’è troppo calcio, non se ne può più”. Quando vogliamo darci un tono tiriamo fuori frasi del genere, salvo poi maledire la contemporaneità di Barcellona-Bayern e Liverpool-Chelsea che ieri sera ci ha costretto, pensate un po’, a cambiare canale a ripetizione in maniera quasi compulsiva. Poi stamattina appena svegli facciamo una ricerca nell’archivio di Gazzetta.it (non ricordavamo la data della morte del grande Riccardo Sales), sbagliamo a digitare e ci vengono fuori le parole più cercate negli ultimi 30 giorni dai lettori del sito. Eccole, in ordine alfabetico: Adriano, Alessandria, calcio, calcio mercato, calciomercato, Chelsea, classifica, classifica serie A, coppa Italia, Cristiano Ronaldo, Cunego, Del Piero, Fantacalcio, Fiorentina, Flamini, formazioni, Gattuso, Genoa, Giro d’Italia, Inter, Inter spettatori incasso, Juventus, Laure Manaudou, Manaudou, Maradona, mercato, Milan, Napoli, Nba, oroscopo, pagelle, Pantani, probabili formazioni, pronostici, radiocorsa, Real, Real Madrid, Roma, Ronaldinho, Ronaldo, Salernitana, scommesse, serie C, serie C1, Soros, Superbike, Tacchinardi, tennis, Totti, voti. Tolti i termini generici e le facili ironie (Tacchinardi e Flamini interesano più di Kakà e Ibrahimovic) sulle rilevazioni, si nota che riescono a scalfire la monocultura calcistica solo il caro vecchio ciclismo (e solo Damiano Cunego, stando sull’attualità) ed il gossip sugli atleti (Manaudou). Lo stesso George Soros appare non per l’analisi della situazione economica mondiale, ma a causa della presunta trattativa per acquistare la Roma. Conclusione? Non sappiamo distinguere fra causa ed effetto, ma di sicuro i grandi media non sono molto diversi da come la funariana ‘ggente’ li vuole.

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