Belgrado in piazza

19 Ottobre 2022 di Stefano Olivari

Ragazze e ragazzi di Belgrado sono scesi in strada per festeggiare il ritorno a casa della Serbia femminile fresca campione mondiale di pallavolo, trascinata da Tijana Boskovic (qui sotto il suo discorso, mentre nella foto ci sono la Drca e la Stevanovic, oltre a Santarelli). E guardare le immagini fa più impressione che dirlo o scriverlo.

Festeggiamenti che è fin troppo facile definire calcistici, ma che in Serbia, in Brasile e in tanti altri paesi dove il calcio è il primo sport riguardano anche le grandi imprese degli altri. E delle altre, perché già per un appassionato di sport italiano (nemmeno parliamo dell’italiota) è inconcepibile festeggiare la Nazionale di pallavolo, figurarsi quella femminile.

In un circolo vizioso in cui non si distingue più la causa dall’effetto ci lamentiamo che gli sport diversi dal calcio inizino a pagina 45 dei giornali sportivi ma poi non ce ne frega niente di ciò che c’è dalla 46 in poi. Insomma, ogni tanto si tromboneggia sulla cultura sportiva, sullo sport nella scuola (quando invece l’insegnante di educazione fisica è di solito l’unica persona anti-calcio da noi frequentata), sulle strutture, sui giornalisti ignoranti, eccetera, ma forse la questione è molto più semplice: si tratta di ottusa monomaniacalità contro un minimo di interesse per il resto del mondo.

Chiaramente a questi festeggiamenti non è estranea una discreta dose di nazionalismo, che però non spiega il po-po-po per Pirlo e Cannavaro in rapporto al nulla per Giannelli e Romanò.

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