The secret, il miglior Alan Parsons per chiudere

1 Maggio 2019 di Stefano Olivari

The secret è l’album del grande ritorno di Alan Parsons, a quindici anni dall’ultimo disco di inediti, lo strano e poco emozionante A Valid Path. Un ritorno ai livelli dei migliori Alan Parsons Project e al loro prog ipnotico ed evocativo, con tocchi di genialità che non sono scontati nemmeno in chi come Alan Parsons ha contribuito alla storia della musica, collaborando sul serio con Beatles e Pink Floyd.

Il tributo ai Pink Floyd, dei quali fu ingegnere del suono per The dark side of the moon mollandoli poco prima di Wish you were here, è evidente anche in The Secret, disco almeno del livello (parlando dell’Alan Parsons solista o comunque post Woolfson) di Try Anything Once. La curiosità è che questo disco, per quanto prodotto materialmente nella California dove Parsons vive e distribuito dalla Sony, è stato pubblicato da un’etichetta italiana (napoletana) come Frontiers.

The secret riduce al minimo l’elettronica, anche quella soft di Alan Parsons, e punta più sull’atmosfera, sulla melodia e su un immaginario musicale che in certe canzoni, come la bellissima Soiree Fantastique, è un chiaro, almeno secondo noi, tributo agli America e alla West Coast, oltre che qua e là ai Beatles tendenza McCartney. La canzone che avrà maggior successo sarà As Lights Fall, l’unica cantata solo da Parsons, ma a noi piace anche la Sometimes di Lou Gramm, mentre quella di cui si è parlato di più in questi giorni di uscita dell’album è senz’altro Miracle, cantata da Jason Mraz. Difficile staccarsi anche dalla rivisitazione dell’Apprendista Stregone di Dukas, resa immortale da Fantasia di Walt Disney e qui portata avanti con il contributo chitarristico di Steve Hackett:proprio l’ex Genesis dei nostri tempi, anzi ancora prima dei nostri.

In definitiva The Secret è un album obbligatorio non solo per i fan di Alan Parsons, che a 71 anni è stato capace di produrre qualcosa di nuovo (come melodia pura) e al tempo stesso di antico, che piacerà a chi mette in vetta alla produzione degli Alan Parsons Project un disco ottantesco come Ammonia Avenue. Il filo conduttore, una volta si sarebbe detto il concept, di The Secret è la magia di cui Parsons è da sempre appassionato. Anche se la vera magia è quella di avere successo da quasi mezzo secolo senza essere un personaggio, senza fare notizia, senza proporre un’ideologia diversa da quella dell’ascolto. The Secret è un bellissimo modo di chiudere la carriera.


Share this article