Strette di mano verso Rio

30 Giugno 2014 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dai sotterranei del Castello Sforzesco di Milano per raccontarvi quello che ci hanno sussurrato le spie in casa Edison, a pochi passi dal regno del Moro, mentre presentavano la nazionale dove Pianigiani ha costruito il suo nuovo regno dandoci dolorosamente  la notizia, fra le righe, non hanno mai il coraggio di dirvi perché, che Mimmo Cacciuni o’ cinghialone, uno che viveva le sue cose con la stessa passione che non gli fa mai perdere un etto a tavola, è stato sostituito come addetto stampa di Azzurra Tenera da Francesco D’Aniello, voluto fortemente dal cittì: un ragazzo di qualità, giovane come Simone del resto, anche se ormai si sente  re, padrone e veterano lui che era nell’epopea senese, augurandosi che sia lontano dalle chele del fisco e delle multe. Lo abbiamo incontrato nei saloni bellissimi della Edison, bello come il filmato sulla storia dell’energia portata dal Colombo e che Scotti ha voluto far vedere agli azzurrabili per renderli partecipi della storia che rappresentano, ora arricchita anche dal matrimonio con Fiat. Stringendogli la mano, in una euforica discarica dell’ironia che spesso ci fa diventare invisi, gli abbiamo detto che non lo conoscevamo. Ora sapendo bene  cosa succede in questi casi ci auguriamo di non subire vendette trasversali. Troppo vecchi per sopportarle tutte.

Noi che avremmo voluto essere con Livio Proli nel Forum, finalmente deserto dopo il “trionfo” per spiegargli che il suo amore per questa visibilità mai avuta come uomo di punta dell’Impero giustifica poche delle sue decisioni drastiche, ma forse non ci avrebbe capito. Lui è abituato a dirigere moltitudini, a far tremare tutti. Peccato. Sarebbe stata  una conversazione salutare, per lui che ora ha un nuovo impero, per noi che lo stiamo abbandonando, aspettando le rappresaglie al raduno di agosto prima della Valtellina.

Azzurra Tenera è entrata sulla scena ascoltando gli applausi per il maestro della femminili Ricchini, che ha conquistato una bella qualificazione europea. Ha costruito una squadra giovane, interessante, quella Dotto alta 1.70 che fa cose da gigante come e più di Sottana, lui che ha portato come simbolo del gruppo la ragazza di Umbertide Lavivinia Santucci.

Era la giornata del Gianni Petrucci presidentone con una porola d’ordine perentoria, “Portateci a Rio 2016”, Olimpiadi del fuoco per la nazionale che dovrà conquistarsi l’Europa battendo Svizzera, non è difficile , e Russia, un po’ più complicato per colpa di questa FIBA ottusa che spreca l’estate di molti con gironcini senza senso. L’uomo che ha vissuto tuttte le grandi stagioni dello sport nazionale era in forma e il suo messaggio alla “nova Lega” di Marino è stato perentorio anche guardando negli occhi l’uomo voluto dai potenti di oggi, Milano in testa, prima dell’incontro decisivo del 7 luglio: “Diteci se volete davvero prendervi l’onere di organizzare il campionato come fa la Lega calcio e non soltanto stilando il calendario, non certo chiedendo sempre  le stesse cose, partendo dalle multe che non ci sarebbero se le società  partissero dall’idea che spetta a loro rendere i palazzetti vivibili e non bivacco di manipoli cresciuti all’ombra degli ultras calcistici”.

Giornata di beatitudine per i tre neo campioni d’Italia, Alessandro Gentile sempre vicino al fratello Stefano, Melli e Hackett, bicampeon, subito congedati: si ritroveranno con la Nazionale a Trieste fra un mese. Platea non diversa dal solito, anche se molte sedie sembravano vuote, presentazione affidata a chi non sapendo nulla era costretta a leggere persino le virgole e i punti e virgola: che arricchiscono, come diceva Totò. Poche cose da raccontare salvo lo stupore dell’esordiente vero Davide Pascolo che rappresentava la nuova realtà trentina di serie A. Poche novità con tutti quegli uomini di centro campo che si dovranno giocare pochi posti. L’icona dominante, bella scelta, era quella del Belinelli campione NBA con San Antonio, assente in questa estate frigida come Gallinari, in riparazione, e Bargnani, impegnato a capire cosa pensano di lui a New York.

Nel paese delle tartine, fra meravigliose scoperte architettoniche, cristalli e florealità liberty, abbiamo raccolto poca roba, ma interessante.

Caro Aradori, allora hai deciso di lasciare l’Italia? “Se non lo faccio a venticinque anni, quando?.” Giusto. Speriamo che lo scelga un buon allenatore e lo faccia crescere ancora, anche se siamo dispiaciuti per la nuova Cantù. Potrebbe volerlo Marco Crespi che a San Patrignano, sembra, ha ricevuto un messaggio dai paesi baschi, da Vitoria, dove sono interessati al cavaliere pallido delle Termopili senesi visto che con Scariolo non è andata benissimo.

Bella notizia anche da Treviso dove ieri il nostro caro Fregonese ci ha annunciato una riunione in piazza per la nuova società che ha avuto il posto il Lega Silver e sarà affidata a Vazzoler. Nessuna notizia, invece e purtroppo, dalla Fortitudo di Carlton Myers  e dal nuovo assetto della A dove molti sperano che Verona abbia la carta giusta per riaffacciarsi dove merita.

Messaggio per chi ama il volontariato: il Mattioli che si consuma lavorando tanto nel comitato regionale lombardo ha bisogno di gente. Per la verità lui non ha mai risposto a personaggi che hanno fatto la storia di questo gioco ed erano disponibili a lavorare, gratuitamente, con lui. Gli crediamo quando dice che passa tanto tempo in comitato, a  lavurà, ma sarebbe ora che le cose cambiassero nel cuore del basket italiano: gente con idee, gente di qualità, non  gente che ubbidisce soltanto.

Scusate il disturbo, noi vogliamo bene quasi a tutti. Anche a quei giocatoroni, ominicchi nelle mani dei clan, che fingono di non vedere e non sanno cosa sia una stretta di mano cordiale, sincera.

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