Shevchenko sul pesce

11 Maggio 2007 di Stefano Olivari

Nostri amici con la fissa del salutismo ci hanno consigliato di non mangiare il fritto d’estate, ma lo sapevamo già. Però cosa ci volete fare? Nati in Romania, ai tempi del comunismo che molti italiani rimpiangono (non avendolo mai conosciuto in versione live), con Ceausescu ed i suoi che predicavano l’uguaglianza sociale con la bocca piena di caviale e vestiti di cashmere e pellicce di visone, eravamo costretti a mangiare il pesce fritto. Nel senso che l’unica cosa commestibile a disposizione della gente comune di Bucarest per un lunghissimo periodo fu pesce fritto. Inutile precisare che non stiamo scherzando e che quel pesce faceva schifo anche a gente affamata, non essendo esattamente la frittura di paranza a cui nella nostra vita italiana ci siamo facilmente abituati. Sì, anche d’estate: non si trovava null’altro, e Ceausescu la sapeva lunga, ci faceva vivere nelle difficoltà per capire l’importanza della sopravvivenza; ci voleva eroi del socialismo, ma chissà perché lui e la sua famiglia invece volevano vivere nelle comodità occidentali. Ebbene, il ricordo di quel pesce tremendo, più per colpa dell’olio (quello dei camion era migliore) che del pesce, ci è rimasto. Così ieri siamo andati al mercato, a Milano, acquistando un merluzzo. Il venditore, uomo gentile, si é scusato per la mancanza di sacchetti e ci ha impacchettato il pesce in carta da giornale. Se dobbiamo essere sinceri ci siamo sentiti come negli anni dell’infanzia, con un senso di calore: il comunismo applicato nella realtà era atroce, ma in ogni caso noi eravamo più giovani.

Tornando alla nostra avventura di ieri, stavamo tornando a casa quando al semaforo l’occhio ci é caduto sul giornale. Anche in questo caso non stiamo scherzando: forse per l’unto o per il calore che ha sciolto l’inchiostro il primo titolo ci è sembrato che fosse una cosa del genere “Shevchenko all’Inter”. Con il rischio di far andare in malora il pesce (il caldo, questo benedetto caldo) ci siamo fermati per leggere con attenzione. Abbiamo spacchettato e letto, curiosi prima di tutto di sapere il nome del quotidiano. Saremo pure dei pirla, come ci scrisse una volta un famoso ed educato direttore, ma non puoi non chiamare i colleghi e congratularti con loro per uno scoop del genere. Purtroppo non abbiamo capito di quale testata si trattasse, probabilmente uno di quei quotidiani free che ti mettono in mano al’entrata della metropolitana. Dal formato avrebbe potuto essere anche Libero, Repubblica, oppure Dieci, il quotidiano sportivo ben diretto da Ivan Zazzaroni, ma mezza pagina era strappata e non ci è sembrato il caso di tornare dal pescivendolo a chiedere conferme. Diciamo genericamente un quotidiano che varie migliaia (speriamo non tante) di italiani hanno letto. Dunque Shevchenko, alla faccia di Galliani, torna in Italia, ma all’Inter. Questo mattacchione di Andriy…

In edicola noi acquistiamo fedelmente Tuttosport, che dopo averci detto che la Juve prende Eto’o, Gerrard, Lampard, Toni, Villa, Frings, Eusebio e Gerd Muller, Hagi e Prosinecki, Neskeens e Gerets l’altro ieri ci ha sbalordito ancora. Sentite quello che hanno riportato, in esclusiva, dalla Spagna: Giuly, stufo di fare la riserva di Messi (pazienza se l’argentino é stato infortunato per quasi l’intera stagione, così come Eto’o, di conseguenza il francese ha sempre giocato), ha detto in una trasmissione radiofonica spagnola: “Lascio il Barca, corro da Deschamps e sposo il progetto bianconero”. Ha detto proprio così. Se non avete capito bene, ve lo spieghiamo. Lui, giocatore straordinario, ha deciso di non fare più la Champions, di non giocare accanto a Ronaldinho, di non abitare in una delle città più belle del mondo e non calcare più l’erba di Camp Nou per andare alla Juve, neo promossa in Serie A. Non ha neppure tentato un trasferimento al Lione, al Siviglia, al Bayern, al Valencia: no, diritto alla Juve, in una città che offre tanto, una squadra che ai tempi degli scudetti faceva una media spettatori inferiore a quella del Recreativo Huelva. Il suo sogno é offrire degli assist a Palladino, scambiare con Paro e crossare per Boumsong. Alla faccia di quelle pippe di Dinho, Xavi e Puyol. Ragazzi, tenete duro: il vero mercato non é neanche iniziato. E noi comunque abbiamo la bomba delle bombe: Moratti sta pensando di cedere l’Inter ad una cordata di imprenditori uzbeki e vuole mettere le mani sul Milan. E’ sempre più possibile che accada questo e non le notizie dei simpatici quotidiani di cui sopra. Le cui notizie, va detto, hanno almeno il pregio dell’originalità, mentre i servizi televisivi di calciomercato sono riciclaggio puro. Poi scioperiamo per la libertà d’informazione….

Dominique Antognoni
dominiqueantognoni@yahoo.it

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