Di qua o di là

Scozia indipendente o nel Regno Unito?

Stefano Olivari 15/09/2014

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Giovedì 18 settembre 2014 gli scozzesi decideranno se essere (tornare) uno stato indipendente o continuare a far parte del Regno Unito. Insomma, decideranno del loro futuro senza spargimenti di sangue né azioni cervellotiche di magistrati di provincia: nei paesi civili funziona così. Negli ultimi giorni abbiamo letto così tanti scenari, da commentatori pro e contro, sulla Scozia indipendente che abbiamo ormai le visioni come Fantozzi dopo la millesima tribuna politica. Di sicuro c’è che in caso di vittoria dei ‘sì’ l’ìndipendenza non arriverà prima di 18 mesi: il tempo minimo per definire aspetti fondamentali del nuovo scenario di rapporti con Londra, quali la divisione del debito pubblico (c’è un sostanziale accordo nel ripartirlo in proporzione agli abitanti) e soprattutto la moneta. Che non sarà di certo l’euro, anche perché non è probabile nemmeno un ingresso nel breve termine della Scozia nell’Unione Europea: tutti gli stati con forti movimenti indipendentisti (vengono in mente Spagna e Belgio, ben prima dell’Italia) sarebbero contro. Si dovrebbe continuare ad usare la sterlina, magari anche solo come traghettatrice verso una nuova moneta. Se vincerà il ‘no’, ovviamente, tutto nel Regno Unito rimarrà come adesso ma creando comunque un precedente che dovrebbe consentire referendum simili, in forma ufficiale, in tutta Europa. Perché la Scozia non è più uno stato sovrano dal 1707 e basta un Bignami consumato per osservare che quasi chiunque nel Vecchio Continente ha una storia ‘unitaria’ molto più recente. Il nostro ‘Di qua o di là’ è però centrato sull’attualità: se voi foste scozzesi (lo è lo 0% dei lettori di Indiscreto), votereste per una Scozia indipendente o ancora nel Regno Unito? Gli effetti di questo voto, qualsiasi risultato ne esca (mentre scriviamo queste righe siamo in zona fifty fifty), dureranno di sicuro a lungo. E non siamo certi che porteranno alla nascita di tanti staterelli, anzi pensiamo l’esatto contrario: in quasi nessuna regione d’Europa, forse nemmeno in Catalogna, l’indipendentismo duro e puro è largamente maggioritario. Però ognuno deve essere padrone del proprio destino.

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