Quelli che ‘Don Budge era meglio’

13 Febbraio 2007 di Stefano Olivari

PERFECT GAME – Roger Federer ha dalla sua parte il fatto che i suoi trionfi non annoiano mai. C’è sempre qualcosa da scoprire nel gioco e nella forza mentale di un campione che per il suo avversario della finale, il cileno Gonzalez, “è il più grande di tutti i tempi”. Lui, Roger, con la solita modestia che – davvero – non è spocchia, questa volta si è sbilanciato: “Se volete, chiamatemi genio”, frase che ha alimentato l’ormai annoso dibattito appunto sul “più forte di tutti i tempi”. Dibattito irrisolvibile, forse, anche perché ogni generazione tende a mitizzare la sua gioventù e dunque ecco che Federer per qualcuno non è certo superiore a Sampras piuttosto che a Laver. Noi intanto, nel nostro piccolo, prendiamo le immagini del secondo set giocato in semifinale contro Roddick e le mettiamo nel cassetto dei ricordi più cari. Poi troveremo sicuramente qualcuno che dirà che anche Donald Budge ne ha giocato uno così. RETROSCENA – Andreas Seppi ha raccontato un gustoso retroscena su Roger Federer sul numero in edicola di Tennis Italiano: “Lo conosco bene perché parla tedesco e con lui, così come con gli altri svizzeri, vado molto d’accordo. Rogi è molto divertente, anche se quando è in campo non dà questa impressione. Quando vede i match degli altri negli spogliatoi è talmente coinvolto che a volte si mette a urlare. Capita che uno tiri un bel passante ed ecco che parte l’urlo che lo sottolinea: that’s the way!”. Insomma, ancora dubbi? BALZO IN AVANTI – Il giorno dopo la finale di Melbourne sono state pubblicate le nuove classifiche: il lato positivo del solito disastro italiano in campo maschile è che dodici mesi fa era andata più o meno allo stesso modo, per cui tutto rimane come sempre. Solo Seppi, l’unico ad avere dei meriti, è salito dal 98 al numero 85, mentre – secondo il sito della federtennis – notevole è il “balzo in avanti” di Fabio Fognini che ha scalato 51 posizioni per arrivare al numero 198. Lo stesso Fognini che – dopo aver fallito le qualificazioni in Australia – è approdato in finale a Santiago del Cile, ma in un challenger da 25mila dollari. Meglio di niente comunque, peccato per la sconfitta contro l’argentino Vassallo Arguello. Già, proprio quel Vassallo Arguello che qualche anno fa era italiano… NUMERO UNO – “Non mi interessa quello che dicono i giornalisti, io so quanto valgo”. Essendo chiamati in causa – seppur molto indirettamente, per carità – allora chiediamo scusa a Serena Williams, capace di vincere gli Australian Open contro qualsiasi pronostico. A una che arriva a servire a 198 all’ora non si può certo contestare nulla e allora prendiamo per buona la spiegazione che il suo peso – 71 chili – è e resterà cosi per lungo tempo e che seni e glutei sono un marchio di fabbrica difficilmente modificabile. Serena, questo lo ripetiamo, avrebbe potuto perdere al primo turno se non avesse incontrato una Santangelo con la tremarella, così come la tremarella ha fermato la Petrova dallo sconfiggerla in due set. Insomma come spesso capita negli Slam, la resurrezione porta alla vittoria finale e la Sharapova s’è presa una lezione su come si devono comportare le numero uno. Anche con qualche chilo (per qualcuno sospetto) di troppo. A PROPOSITO – E se qualcuno (cioè noi) si chiedesse ancora che fine ha fatto Venus Williams ecco che dal nulla spunta la sua convocazione per la sfida di Fed Cup del 21-22 aprile contro il Belgio. Venus Williams è da lungo assente dal circuito per un infortunio al polso e tornerà a giocare in un torneo in occasione dei Diamond Games, in programma dal 12 al 18 febbraio ad Anversa, in Belgio. Insomma, forse per le due sorelle qualcosa è finalmente cambiato e chissà che un giorno, ciccando il sito “venusserenafans.com” riappiaia qualche loro fotografia. Ed anche qualche fan.…

marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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