Poste Italiane aperte al coronavirus

1 Aprile 2020 di Indiscreto

Quale strategia adottano le Poste Italiane per combattere il coronavirus? Semplice: ridurre i giorni e gli orari di apertura, aumentando così l’affollamento e quindi la vicinanza delle persone. Gente sfortunata come noi, evidentemente costretta a recarsi negli uffici postali, a meno che stare in coda (e siamo abbastanza vecchi per avere visto l’era pre-numerino, scene da malavita assicurate) per potersi separare dai propri soldi non sia diventato un hobby.

Un po’ tutti gli uffici d’Italia hanno ristretto le finestre di apertura, il nostro più vicino (via Motta, Milano) ha simpaticamente cancellato lunedì, mercoledì e venerdì, e negli altri giorni si può comunque andare soltanto al mattino. Questa della chiusura pomeridiana, a dire il vero, era una caratteristica anche dell’era pre-coronavirus. Domanda: quanti dei pensionati che ritirano la pensione in contanti, senza offesa per nessuno gente non proprio informatissima, si sono saputi destreggiare nel calendario di giorni e lettere?

Insomma, invece di polemizzare con Sarri le Poste Italiane avrebbero dovuto rimanere aperte più a lungo, evitando assembramenti e scaglionando i turni del personale su più orari. Si dirà che è una decisione della direzione, ma non ci sembra che i sindacati (forse pro Allegri) si siano opposti. Abbiamo letto un comunicato dell’azienda in cui si parla di ‘riorganizzazione’ e ‘razionalizzazione’ (in italiano: fare il minimo possibile) e fra poco arriverà una mail in cui ci spiegheranno che non teniamo conto delle inevitabili ‘attività di back office’. Ma quelle c’erano anche prima con l’orario lungo, lungo si fa per dire.

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