Più cattivi di Holly

7 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Giappone, Australia e Corea del Sud sono state le prime nazionali a qualificarsi, oltre ovviamente al Sudafrica, per la fase finale. Al di là degli highlights, seguiti bene per motivi anche venali i 90′ di Uzbekistan-Giappone: della squadra di Takeshi Okada una versione brutta ma una volta tanto anche cattiva, con falli e perdite di tempo da Copa Libertadores. Segnato all’inizio il gol qualificazione con Okazaki (assist di Nakamura, Kengo e non il più noto Shunsuke che pure era in campo: primo tiro e poi deviazione decisiva sulla parata di Nesterov), e colpita subito dopo una traversa su punizione con lo specialista Endo, per tutta la partita il Giappone ha subito l’assedio dei padroni di casa che pur privi di Shatskikh hanno rischiato di pareggiare in mille occasioni. Chiusura con cartellini rossi (il neo-campione di Germania Hasebe e lo stesso c.t. Okada), mini-risse, ma anche con la quarta partecipazione consecutiva ad un Mondiale. La prima, a Francia 1998, sempre con Okada in panchina, mentre nel 2002 il timone fu di Troussier e nel 2006 di Zico. In Sudafrica sarebbe stato il turno di Ivica Osim, se non fosse stato per l’infarto, ma Okada non lo ha fatto rimpiangere. Onestamente l’ottavo di finale casalingo del 2002, quando vinse uno a zero la Turchia futura medaglia di bronzo, rimane l’obbiettivo massimo. Del resto nemmeno nei cartoni animati a Tokyo hanno osato ipotizzare la vittoria in un Mondiale vero: Holly e la generazione dei fenomeni al massimo hanno conquistato quello giovanile. Ma raramente si era visto nella nazionale giapponese un ardore come quello del Pakhtakor (lo stadio si chiama come la squadra, che poi sarebbe quella della tragedia aerea del 1979) di Tashkent.
stefano@indiscreto.it
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