Oltre il palo

7 Luglio 2009 di Stefano Olivari

Perché in Italia non è possibile l’esistenza di una rivista come Four Four Two? Eppure sembra che esista solo il calcio…Giudicate voi, intanto meditiamo sul suo interessante ‘Where are they now’ riguardante i protagonisti della Grande Olanda del 1974: quasi tutti allenatori, osservatori o gente che gravita nell’orbita calcio spendendo la credibilità derivante dall’aver fatto parte di un gruppo inarrivabile. Un mito, diverse persone intelligenti e diverse altre scarse. L’unico ad avere abbandonato questo mondo per scelta e non per esoneri o fallimenti vari è stato Rob Rensenbrink, l’attaccante di sinistra che è stato molto di più del palo colpito contro l’Argentina nella finale 1978 anche se ovviamente quell’episodio ha fatto letteratura. La curiosità della carriera di Rensenbrink è che in Olanda non è mai stato una stella: cresciuto e affermatosi nel DWS (che nei Sessanta era un’eccellente squadra, prima di fondersi con altre due e di formare nel 1972 l’FC Amsterdam), trovò la gloria in Belgio con il Club Brugge e soprattutto con l’Anderlecht. In ogni caso non fece mai parte, nemmeno psicologicamente, di alcuno dei due blocchi della nazionale dove di fatto tolse il posto a Piet Keizer dando il massimo quando Cruijff era sottotono o assente. Di sicuro il miglior Rensenbrink finì su quel palo: un centimetro di differenza e l’Olanda sarebbe stata campione del mondo con lui capocannoniere a suon di rigori. Chiusa la carriera con fermate trascurabili nella NASL e in Francia, dall’inizio degli anni Ottanta Rensenbrink si dedica alla pesca ed al giardinaggio. Vive a Oosztaan, paesino vicino ad Amsterdam, e nel 2007 ha saputo di essere stato eletto miglior giocatore straniero nella storia del calcio belga.

Share this article