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Milano da non bere

L’ultima alba di Erminio

Erminio Ottone 04/07/2006

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di Erminio Ottone
40 – Il sempre giovane Ottone racconta la fine della saga di Manola e le emozioni di un recente soggiorno a Mykonos: fra un Ambrosini e un Di Biagio forse l’idolo di una generazione ha trovato la cosa più importante di tutte…

Amici della notte, milanese e non…Molti di voi mi hanno scritto per sapere come fosse finita la storia tra Ricky e Manola. Ottone, come voi, ha sperato e sognato, creduto alle profezie dell’angelo del cesso e a un mondo migliore. Sbagliava Ottone, sbagliavate voi, e soprattutto sbagliava quel cazzo di angelo del cesso: Manola e Ricky non torneranno mai insieme. Lei, milanese, ballerina, sorriso accattivante e fossetta nella guancia, bellezza mai banale, è caduta nella più banale delle trappole: il calciatore. Un bravo ragazzo, non uno dei soliti sboroni del pallone. Lei è innamorata, ma noi, spettatori passivi delle fortune altrui, non possiamo non essere sfiorati da un pensiero malizioso: e se invece di tirare calci a un pallone facesse l’elettricista? A proposito di luce… Erminio è tornato a Mykonos, l’isola della luce che ti abbaglia occhi e anima. Ha visto tante cose, alcune frivole e futili, altre da portare con sé. Quelle futili: un Ambrosini ufficialmente single, pacato turista dell’isola alla ricerca di divertimento ma con garbo, tenendosi i suoi spazi con gli amici soprattutto nelle giornate in spiaggia. Gira voce che tra le sue conquiste ci sia una commessa milanese niente male… Ottone l’ha conosciuta: carina, simpatica e garbata. Non saprà mai se il flirt col calciatore del Milan fosse reale o presunto, non le ha chiesto conferme. Non era il caso di entrare in maniera indelicata nella vita di una ragazza delicata. Ottone ha poi provato un senso di stupore nel vedere Di Biagio in versione papà nella mondanissima perla delle Cicladi, tutta sesso, sbornie e trasgressione. Si aggirava per la spiaggia: un bimbo sulle spalle, l’altro in braccio, l’altro per mano… Forse un altro dietro di lui, con la mamma. Quadretto domestico e tenero, in contrasto con ciò che accadeva pochi metri più in là, nella zona bar dove ragazzi e ragazze socializzavano a suon di strusciate e musica techno. Ottone conosce poi una ragazza che gli racconta di aver incontrato la sera prima Mauri (Lazio) e Dossena (Treviso), descrivendoli come i classici calciatori: non ci è sembrato un complimento, ma forse ci siamo sbagliati e con lei i due si sono comportati come piccoli lord. Ma Mykonos è rimasta come sempre, luogo dove si inizia a fare festa in cinque e la si finisce in venti, luogo da cui non si torna mai senza qualcosa. Il rientro nella milanesità questa volta è durissimo, perché Ottone ha trovato un mondo che è in tutto e per tutto come i sogni più belli: come i sogni ha tutto ciò che si vorrebbe e come i sogni finisce, restituendoti ad una realtà che ti sembra meno bella. A differenza dei sogni, però, Mykonos è esistita veramentee per una volta ha dato un insegnamento diverso dal solito trinomio amici-gnocca-notti insonni… Certo, sono tre cose molto belle, ma ce ne sono altre… Ritrovarsi all’ultima alba a guardare in fondo a due occhi azzurro/verdi, e sentirli dire “non partire”…

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